Musica

Maiolini, «con Wave ho ridato slancio alla Self Control firmata da Raf»

Enrico Danesi
Il discografico bresciano racconta il progetto che da domani rilancia la hit dell’italo disco anni ’80
Giacomo Maiolini accanto a Raf, tra il duo tedesco Fast Boy © www.giornaledibrescia.it
Giacomo Maiolini accanto a Raf, tra il duo tedesco Fast Boy © www.giornaledibrescia.it
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Come ti rifaccio il classico per antonomasia dell’italo disco anni ’80, assegnandogli un abito tutto nuovo: «Wave» è l’irresistibile onda sonora che rimette in pista consistenti schegge di «Self Control» di Raf, pronta a invadere radio e piattaforme digitali da domani. Il singolo nasce dalla collaborazione tra i Fast Boy (acclamato sodalizio formato da due fratelli tedeschi, producer e dj) e un artista versatile come l’italiano Raf (all’anagrafe Raffaele Riefoli) che presta la propria voce a una canzone dal testo inedito e in stile pop dance, cantandovi il refrain del grande successo che nel 1984 ne lanciò la carriera. Raf ne celebrerà il 40º anniversario, ponendo «Self Control» (e chissà, magari pure «Wave») al centro di un tour nazionale che il 23 novembre toccherà Brescia, al Dis_Play del Brixia Forum, con l’organizzazione del Cipiesse.

Ideatore e regista dell’operazione è il discografico bresciano Giacomo Maiolini, che pubblica il singolo con la propria etichetta, la Time Records, riservandosi l’esclusiva per l’Italia e facendosi affiancare da Virgin/Universal sul mercato internazionale. Da Mr. Time ci siamo fatti raccontare il dietro le quinte.

Giacomo, qual è la genesi di «Wave»?

Era l’anno del Covid e, in un raro momento di apertura, cenavo con Raf e sua moglie (Gabriella Labate, ndr) in un ristorante romano. Fu allora che proposi a Raffaele, con cui c’è un rapporto d’amicizia, di riprendere in mano «Self Control», un pezzo che ho sempre amato, con termini e modi che avremmo definito insieme, ma che avevo già chiari in testa.

È stata una lunga gestazione?

No, allora non se ne fece nulla. Pensai a una mancanza di interesse rispetto a un brano che Raf ha presto archiviato per imboccare la strada del cantautorato; di fatto anche dal suo entourage non mi arrivarono segnali. Almeno fino allo scorso autunno.

Cosa accadde, allora?

Che Raf mi dice: facciamolo, e presto, che nel 2024 ho un quarantennale da celebrare. Ma c’era un problema: la musica cambia in fretta, ancor più in ambito dance, e l’impostazione di quattro anni prima era già superata. Non ero certo interessato a una cover di «Self Control», quanto invece a interpolarla, smontarla, per inserire gli elementi più accattivanti dentro un pezzo tutto nuovo, che ne richiamasse la straordinaria leggerezza, il senso di libertà che l’attraversa.

E arrivano i Fast Boy...

Non ancora. Volevo un’artista italiana, e ritenevo che Rose Villain fosse perfetta, l’unica a garantire timbro e pronuncia adatte al progetto. Ha accettato, ma tra impegni sanremesi, registrazioni e infine vacanze la cosa non quagliava mai. Allora ho guardato all’estero alzando l’asticella: ho puntato sui Fast Boy, con risultati più che soddisfacenti.

Come ha reagito Raf all’embrione di «Wave»?

In principio era titubante, pensava che non lo valorizzasse abbastanza. Poi ha capito di trovarsi di fronte a una bomba, e si è convinto: scelta azzeccata, è davvero una bomba!

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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