Il ritorno discografico di Blanco: «Mi siete mancati»

«Mi siete mancati». Schietto, essenziale e malinconico: c’è tanto in questo messaggio di Blanco sui social ai fans (2 milioni solo su Instagram e altri 2,4 milioni di ascoltatori medi su Spotify) per segnare il proprio ritorno – preannunciato all’improvviso nelle scorse ore – e rompere dunque un silenzio discografico durato circa un anno.
Il ritorno
Sono trascorsi 323 giorni dalla pubblicazione del singolo «Desnuda» (in spagnolo) del 20 giugno 2024 a «Piangere a 90», uscito ieri a mezzanotte sulle piattaforme digitali.
In mezzo ecco il giovane di Calvagese della Riviera – al secolo il 22enne Riccardo Fabbriconi – vivere una reincarnazione artistica nelle vesti di autore per dei colleghi all’ultimo Festival di Sanremo (Irama, Noemi e Giorgia) e quindi la scelta di riabbracciare il vecchio manager Stefano Clessi, che lo lanciò tra i big della musica italiana neanche maggiorenne con la sua etichetta Emi Records Italy.
Una famiglia, questa, di cui fa parte anche Tananai, che con il ragazzo nostrano ha appunto curato la stesura dell’inedito appena diffuso, sempre – non potrebbe essere altrimenti – con la produzione affidata al producer Michelangelo.
Il nuovo singolo
Una costruzione minimal, la sua, affidata ad una piacevole e semplice commistione tra piano e voce. Un matrimonio intimo, impreziosito giusto da architravi sinfoniche a reggere la composizione, già proposto in verità nel recente passato per «Lacrime di piombo» (ossia la traccia d’apertura dell’album «Innamorato» del 2023), ma che per la nuova ballad assume connotati forse più struggenti di allora: qui la melodia in un climax in crescendo si adagia e ripercorre un testo tormentato quanto viscerale, di cui il cantante non si vergogna affatto. Al contrario, lo usa come una sorta di carta d’identità: «Sono stanco, son Riccardo, son di fretta / C’è mia mamma a casa che mi aspetta», mette subito in chiaro nell’incipit. E, ancora: «Sono quello che il bello lo calpesta, io sono questo una bambola di pezza», aggiunge poi nell’inciso.
Al contempo non cela nemmeno il consueto dualismo tra cadere e rialzarsi di continuo («Ho toccato il cielo e il dito si raffredda»): un dualismo, che si ripercuote potente nel ritornello dall’ambient struggente.
l video
E non bastasse di per sé il contesto meramente sonoro, il relativo videoclip – non è ancora visibile su Youtube: bisogna accontentarsi delle indiscrezioni – aumenterebbe notevolmente il senso di fragilità interiore del gardesano multiplatino. Richiamando alla mente l’angelo Damiel nel film-capolavoro «Il cielo sopra Berlino» del 1987, nel girato realizzato dal collettivo Broga’s, Blanco sarebbe accomodato su un piedistallo: riflettendo, prima di abbandonarsi a se stesso tra il presente tormentato e il «lui» spensierato del passato, sospeso a mezz’aria.
Così la sua voce si propagherebbe intensamente nell’arco dell’intero brano per poi spegnersi in un sussurro finale, in attesa – si presume – di espandersi ulteriormente all’interno di un nuovo album.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.