Festival pianistico, Federico Colli tra barocco e manierismo
Più che un recital, un one-man show. Padrone del pianoforte, affabulatore al microfono, Federico Colli conquista il folto pubblico del Teatro Grande nel secondo concerto del Festival Pianistico Internazionale.
Il musicista bresciano ha declinato il tema di questa edizione – la Spagna – in un programma a due facce: una prima parte barocca, cembalistica e cosmopolita e una seconda moderna, pianistica, evocativa.
Grande protagonista della prima parte è stato Domenico Scarlatti, compositore sospeso tra due mondi: italiano per cultura, spagnolo d’adozione, seppe attingere al folclore locale per innovare la sonata per tastiera. Nelle pagine eseguite, Colli – che di Scarlatti è interprete assiduo, qualche volta sin troppo cerebrale ma sempre coerente – ha saputo illuminare i ritmi delle danze popolari iberiche o le imitazioni della chitarra, senza però smarrire il baricentro dell’architettura formale.

Colli non rimane imbrigliato nel contrappunto: il suo Barocco è stupore e meraviglia, contrasti e divagazioni, come è emerso anche nella Sonata di Antonio Soler e, soprattutto, nelle Folies Françoises di Couperin, un vero Carnevale – che Colli ha raccontato al pubblico maschera dopo maschera – in cui convivono oasi contemplative e sfrenate danze in costume.
Con un balzo di oltre un secolo, la seconda parte del programma è approdata alla Spagna di Albéniz e delle sue pagine più note, Granada e Asturias. Qui Colli ha preferito la misura all'esibizione virtuosistica, alzando i giri del motore solo quando necessario e concentrandosi sulla ricerca di suoni liquidi e cangianti.
Dopo le evocazioni notturne del Debussy de «La soirée dans Grenade», il concerto si è chiuso con «Le tombeau di Couperin» di Ravel, suite in cui convivono l’omaggio al cembalismo barocco e una sensibilità moderna, figlia del trauma della Grande Guerra. Anziché stemperare i contrasti, Colli li ha esacerbati, in una posa manierista che cavalca l’artificio, perdendosi volontariamente tra le pareti del labirinto anziché cercare la via d’uscita.
Il pubblico apprezza, applaude e ottiene due bis: la Romanza nota per il film «Giochi proibiti» e un celebre ciclo di variazioni mozartiane.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.