Con la Festa dell’Opera, Brescia è capitale della lirica per un giorno
All’alba il cortile del Palazzo del vescovo era già pieno: si è aperta in quel momento, con le «Arie di luce» di fronte a 200 persone, la quattordicesima Festa dell’Opera di Brescia promossa dalla Fondazione del Teatro Grande, che dal 2012 porta la lirica nel centro cittadino e in periferia, avvicinando i melomani alla città e facendo incontrare il Belcanto ai frequentatori del weekend bresciano. Tutti gli appuntamenti sono liberi e gratuiti, fino a esaurimento dei posti disponibili.
L’opera in una stanza
Intorno alle 10 ecco il primo appuntamento post-alba: a ospitarlo è l’Hotel Vittoria in via X Giornate, che nel corso della giornata propone un’insolita e interessantissima versione del Don Giovanni. La scena tratta dall’opera di Mozart si svolge infatti in una delle camere dell’albergo, in uno spazio molto intimo che permette una vicinanza altrimenti impossibile. Una vicinanza che a sua volta rende tutto ancora più drammatico, tragico e denso di eros.

Le repliche sono dalle 10 alle 13 – e nel pomeriggio dalle 15 alle 17.30 – e fin dalle 9.30 c’è una lunga fila fuori dall’ingresso dell’hotel, a due passi dal mercato settimanale che riempie il centro: sono molte le persone che sperano di poter assistere alla performance di Guido Dazzini, Nicola Ciancio, Anna Ciprian, Link Nie e Dario Giorgelè accompagnati da Jungsu Lee al pianoforte.
Caffè lirico
A due passi dal Vittoria c’è il Teatro Grande: la casa base della Festa dell’Opera nel pomeriggio accoglierà l’unica opera in versione estesa, «La tragédie de Carmen», ma per godere delle note liriche si può fare una capatina negli spazi del Ridotto e del Caffè Berlucchi: qui, infatti, si tengono gli «Assaggi d’opera» (alle 10.30, alle 12, 17.15, 18.30 e 19): diversi cantanti d’opera allietano così il caffè con brioche e l’aperitivo, immersi nella bellezza degli spazi del Massimo cittadino.
Al Sociale
Anche il Teatro Sociale ospita uno degli appuntamenti: si tratta di «Le nozze di Figaro», qui mischiata alla divulgazione e alla giurisprudenza: il tema della Festa di quest’anno sono la libertà e la giustizia e il professor Matteo Traverso e il professor Mario RIberi dell’Università degli studi di Torino propongono letture e interpretazioni dell’opera leggendole attraverso la lente d’ingrandimento della giurisprudenza. Come quasi tutti gli appuntamenti della manifestazione, anche in questo caso il teatro è pieno.
Il jukebox al Bianchi
È l’ora del tradizionale aperitivo del sabato in via Gasparo. In quella che è ormai un’usanza per molti bresciani di ogni età oggi si è infiltrata una scena meno usuale. A due passi dal brusio delle trattorie si canta: le chiacchiere si mescolano alle arie d’opera. Subito si crea una calca attorno al palco improvvisato per l’occasione. Sono tante le persone, per lo più passanti attirati dai gorgheggi, che si fermano e chiedono agli artisti di cantare un’aria della loro opera preferita.
Dopo Silvia Spessot è la volta di Elena Antonini. Le viene domandato di di intonare «Che cos’è l’amor» e lei lascia il pubblico a bocca aperta. Anche i più piccoli, dopo aver cercato di imitare le espressioni tipiche del canto lirico, la ringraziano con un lungo applauso. Cambio: sul palco sale Nicolas Resinelli, poi Matteo Mollica. Al piano c’è Romolo Saccomann. L’aria è piena di fascino: c’è chi applaude, chi balla, da solo o insieme ai propri figli, chi canta sottovoce.
Poco prima, la basilica di Santa Maria delle Grazie è stata il palco di «Ciel e terra», un viaggio musicale tra Rinascimento e Barocco.
«Processo penale»
Il processo è simulato ma l’aula di tribunale è vera. Al Palazzo di Giustizia di via Lattanzio Gambara ha fatto registrare il sold out la messa in scena di «Procedura penale», opera lirica composta nel 1959 da Dino Buzzati e Luciano Chailly in cui viene raccontato l'incubo inquisitorio. Di certo non capita tutti i giorni di assistere a uno spettacolo in un’aula di giustizia con tanto di gabbia per l’imputato, scranno di un giudice vero e la scritta «La legge è uguale per tutti».
La protagonista dell’opera, la contessa Mauritia Delormes, viene sottoposta ad un'istruttoria condotta dall'amico Giandomenico, che la accusa. La situazione si complica quando le viene rivelato che in quel preciso venerdì a Roma è avvenuto l'omicidio di Leo Sterziani. Pur sostenendo di conoscere appena la vittima, la contessa si trova improvvisamente catapultata in una scena surreale: tutti i presenti si trasformano in giudici e la accusano dell'omicidio, basandosi sulla testimonianza di chi l'ha vista a Roma quel giomo. La storia raggiunge il colmo del paradosso quando la contessa viene incriminata per l'assassinio di diverse figure innocenti in una data improbabile. Un processo grottesco, che lascia lo spettatore col fiato sospeso fino alla fine. In replica alle 17.30.
Al Grande
Il Teatro Grande fa gli onori di casa con l’unica opera presentata in forma completa. Dopo l’anteprima di venerdì sera, sabato viene presentata in due repliche «La tragédie de Carmen» tratta dalla Carmen di Bizet nell’adattamento di Marius Constant, Jean-Claude Carrière e Peter Brook. Un adattamento tragico e vivo, antico e allo stesso tempo moderno, calato in un ambiente desertico e soffocante, caldo e avvolgente. La platea è piena e gli applausi – per i cantanti in scena, il direttore d’orchestra e l’ensemble Bazzini Consort impegnata nell’accompagnamento dal vivo – dimostrano l’apprezzamento del pubblico, che ha trovato un po’ di fresco in teatro mentre fuori il primo caldo ha riempito la città (insieme alla Festa dell’Opera, che ha portato in centro anche numerosi turisti stranieri).
La lirica in bicicletta
Ormai appuntamento fisso e atteso, è partito anche il tour di «Operabike»: l’opera è salita in sella e i partecipanti hanno fatto un lungo tour per le vie del centro storico, con i cantanti a intonare le arie in movimento. Anche l’«Operacar» è in giro: in questo caso il Belcanto arriva anche in periferia.
La serata
Si va verso la serata e ad aprire le danze sono le «Serenate d’opera» in tre strategici punti: quelli dell’aperitivo bresciano. E quindi via con le note alla vineria Dolcevite in piazza Duomo, alla Torre bruciata in via dei Musei e alla Riserva del Grande in via Paganora, nell’angolino sul retro del Teatro Grande. Complice l’orario, anche in questo caso gli appuntamenti sono belli affollati.
La serata continuerà con numerosi eventi, fino ad arrivare al culmine: il Gran Finale al Tempio Capitolino verso un quarto a mezzanotte, per finire a mezzanotte e mezza. Il ritrovo è in piazza del Foro: Marily Santoro, Agostina Smimmero e Luciano Ganci, accompagnati dall’orchestra Bazzini Consort, si esibiranno tra le rovine romane, in uno degli appuntamenti ormai annuali più suggestivi, partecipati ed emozionanti.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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