Musica

Contrini: «In un disco revival l’anima di Ibiza, Paradiso perduto»

Enrico Danesi
Esce oggi il doppio vinile con 33 tracce prodotto dall’imprenditore bresciano
Davide Contrini - Foto tratta da Instagram
Davide Contrini - Foto tratta da Instagram
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Alla ricerca di un paradiso perduto, con l’idea ostinata e contraria di recuperare il vero spirito di Ibiza attraverso la musica. È la sfida che ha impegnato per due anni il bresciano Daniele «Shield» Contrini, titolare di Rebirth Records, «label» da lui fondata nel 2006 e attualmente punto di riferimento tra le etichette discografiche indipendenti specializzate in musica elettronica.

Contrini vede premiati i suoi sforzi, perché proprio oggi esce il doppio vinile «Paraíso. The True Spirit of Ibiza», che sarà presentato proprio nella Isla Blanca con una festa torrenziale (dalle 13 all’alba di domani, nella baia di Cala Molì), mentre per l’uscita in digitale occorrerà attendere il 26 settembre.

Il pioniere

Prima di partire per Ibiza, Contrini ci ha raccontato la genesi dell’opera, per la quale ha coinvolto il mitico dj Alfredo (Fiorito), padre del cosiddetto Balearic Beat: «Dj Alfredo è stato fonte di ispirazione per intere generazioni, e ha vissuto in prima persona le trasformazioni dell’isola sul versante urbanistico, culturale, di atmosfera. A lui, che purtroppo è scomparso il dicembre scorso, ho chiesto di selezionare 33 brani complessivi (16 per il vinile), compresi un paio di sua produzione, uno dei quali è inedito». Su questa base di partenza - una miscela che sfugge a ogni definizione di genere, integrando disco, synth-pop, jazz, rock alternativo, reggae, world music, funk e house - Contrini ha fatto un lavoro enorme in studio: «Le versioni sono originali, ma è stata necessaria - argomenta il produttore - una rimasterizzazione che garantisse un “flow” omogeneo».

Alfredo era un giornalista e promoter musicale di Rosario, la stessa città che diede i natali al mitico Ernesto «Che» Guevara, del quale nella foto che pubblichiamo a fianco, il dj calza un basco simile a quello iconico del «Guerrillero heroico». La stessa città vanta peraltro tra i suoi figli più noti anche il campione calcistico Lionel Messi. Alfredo la lasciò, emigrando dall’Argentina a Ibiza nel 1976, per sfuggire alla repressione della dittatura militare instauratasi nel suo Paese.

Catturato dall’atmosfera bohémienne, dopo aver lavorato come artigiano e barista, iniziò a esibirsi come dj al «Be Bop», ma la sua carriera fece il salto di qualità quando portò il proprio rivoluzionario stile all’«Amnesia»: il singolare mix di generi su cui era basato divenne globale nel 1987, allorché un gruppo di dee-jay britannici in «pellegrinaggio» sull’isola lo fece proprio, per riproporlo nel Regno Unito e innescare l’esplosione dell’acid house, che cambiò il mondo della musica elettronica.

Gavetta e successo

Contrini - che prima di dar vita a Rebirth ha fatto la gavetta alla Time Records di un altro bresciano famoso nel mondo della produzione musicale, Giacomo Maiolini, e nell’anno della Capitale della Cultura ha realizzato la raccolta «Brixia Sonora» - si innamorò di Ibiza negli anni ‘90 e riuscì a vivere gli ultimi bagliori di un antico splendore prima dell’avvento della globalizzazione e del turismo di massa.

Ci spiega: «C’è stato un tempo in cui Ibiza era libertà allo stato puro. Forse un’utopia, certamente qualcosa di selvaggio e insonne, comunque di spirituale. Un luogo in cui la musica era uno stato mentale che attraversava la notte, confondendo le albe con i tramonti». Poi mette a fuoco la situazione, con alcuni distinguo: «Il cambiamento è generale, non riguarda solo Ibiza, ovviamente. Ma - prosegue il discografico - laggiù ha inciso in maniera particolare, perché l’isola si è trasformata in un parco giochi dove la trasgressione è diventata eccesso stereotipato e senza senso, la vita notturna solo una macchina per fare soldi, che nulla restituisce a chi la frequenta. Ecco perché ‘Paraíso’ è molto più di una raccolta di brani; è un atto di resistenza culturale, un invito a riscoprire il battito più autentico di un’isola il cui spirito, seppur nascosto, non si è mai spento. E prima o poi, ce lo auguriamo, riemergerà del tutto, rompendo la superficie patinata delle produzioni mainstream e degli ingressi da centinaia di euro nelle mega discoteche».

In attesa che ciò avvenga, un (signor) disco è il modo migliore per farne memoria.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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