Musica

Frialdi di Bandafaber, la rinascita dopo la malattia: «Mai arrendersi»

Gian Antonio Frosio
Il cantante bresciano narra la sua vicenda dalla paura al coraggio, in occasione dell’uscita del nuovo singolo «Vivila»
Il cantante Ugo Frialdi
Il cantante Ugo Frialdi
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Due anni fa Ugo Frialdi, cantante di Bandafaber, Traffika e Santiago, è stato all’inferno. Poi, come Dante, è uscito a riveder le stelle. E, come il Sommo Poeta ha raccontato tutto nella «Divina Commedia», lui ha cristallizzato un’esperienza fatta di «lacrime, paura di morire e veleno nelle vene» in «Vivila», canzone che, per contrappasso, è un inno alla vita. Scritto da chi ha rischiato di perderla, il brano esorta a non mollare: «Combattere sarà più facile, se inizi a convincerti che ciò che salva è la forza ch’è in te».

Inizio 2023. Frialdi fa degli accertamenti, che danno un esito da brivido: «Una grave malattia – dice Ugo senza chiamarla per nome –. Quella che più spaventa». Praticamente l’inferno, che lui affronta a tappe forzate: l’ospedale, l’intervento («per fortuna risolutivo»), la convalescenza, i concerti annullati e, soprattutto, la voglia di tornare a cantare. Dopo mesi di supplizio, finalmente il concerto del 15 luglio ’23, nella piazza di Castelgoffredo.

Quella sera è tornato a riveder le stelle...

«Sì, con tanta voglia di vivere e di gridare che non bisogna arrendersi. Capisco chi, in queste situazioni, si lascia andare: ma, come ho fatto io, tutti possono trovare la forza per reagire. Non bisogna mollare, mai. Fisica o spirituale, tutti abbiamo una grande forza dentro di noi: dobbiamo solo tirarla fuori. Aggiungo un invito alla prevenzione, che è fondamentale, perché può salvare la vita».

Quasi una missione, dunque, questo brano...

«Scrivo canzoni da sempre. Ma ho bisogno di essere ispirato: infatti per tanto tempo non ho scritto niente. Poi la malattia; e siccome l’ho superata, con «Vivila» voglio condividere l’esperienza per dimostrare che si può vincere».

Ha fatto tutto lei, testo e musica?

«Sì. Per l’arrangiamento mi sono affidato a Claudio Mandonico, che già lavora con Bandafaber: da tempo volevamo fare qualcosa insieme, lui ed io, ma non c’era mai stata l’occasione. La malattia l’ha creata».

Quando potremo sentire la canzone?

«Non a giorni, perché Bandafaber ha molti concerti e non abbiamo tempo per provarla e registrarla. Appena sarà possibile: mi piacerebbe presentare il disco in una serata di beneficenza, con Bandafaber e gli altri musicisti con cui collaboro e ho collaborato».

Una sorta di Ugo & friends?

«Più o meno. Al pari della mia famiglia, gli amici mi sono stati vicini nel momento più brutto: mi piacerebbe fossero con me per celebrare la vita».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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