Cultura

Addio a Martin Parr: incrociò Brescia tra clic e polemiche

Il celebre fotografo scattò sul Garda e inciampò nel «caso Gian Butturini»
Acqua azzurra. Martin Parr, «Lake Garda, Italy», 1999
Acqua azzurra. Martin Parr, «Lake Garda, Italy», 1999
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È passata anche per Brescia, tra gli scatti sulle spiagge di Sirmione e la polemica per la pubblicazione in Gran Bretagna del libro «London» di Gian Butturini, la carriera di Martin Parr. Il grande fotografo e documentarista inglese è scomparso ieri all’età di 73 anni, per un cancro che gli era stato diagnosticato quattro anni fa.

Narratore della vita quotidiana della middle class, di quello che definiva «il sublime ordinario» che sfiorava il cattivo gusto, è divenuto celebre per le sue serie dedicate alle case del ceto medio lavoratore di Manchester, ai vacanzieri della classe operaia, alle giornate al luna park o allo shopping center, oltre che per i reportages di eventi sportivi (i tornei di tennis, con l’obiettivo puntato sugli spalti), i servizi per la moda (fu firma di Vogue) e la musica (nel 2003 diresse un videoclip per i Pet Shop Boys). Nel 1994 era entrato nell’agenzia Magnum, di cui fu presidente nel 2014-17, e ha creato una fondazione che porta il suo nome e che raccoglie le sue fotografie e quelle della sua collezione.

Nel 1999 e poi nel 2022 era stato a Sirmione, per il suo progetto sulle spiagge di tutto il mondo, celebrato nel 2024 in una mostra ospitata a Palazzo Callas nella penisola gardesana. Accanto al mare di Goa, Rio de Janeiro, Acapulco... c’erano anche gli scatti realizzati sul pontile del lido delle Bionde e alla spiaggia Giamaica, tra cigni, bagnanti e vacanzieri in cerca di sole. «Sono molto felice che il mio lavoro sia esposto lì – aveva assicurato il fotografo in un videomessaggio in occasione dell’inaugurazione –. Ci sono tornato due volte ed è sempre stato affascinante».

Le immagini del libro London di Gian Butturini contestate
Le immagini del libro London di Gian Butturini contestate

Con Brescia, Parr aveva già avuto a che fare, qualche anno prima, quando inciampò in una spiacevole polemica quando, dopo aver esposto nel 2016 alcuni scatti del bresciano Gian Butturini nella mostra «Strange and Familiar», sul regno Unito visto da fotografi stranieri, l’anno successivo fece da editor alla riedizione inglese di «London by Gian Butturini», il libro-reportage sulla «swinging London» degli anni ’60 del fotoreporter bresciano.

L’accostamento, all’interno del volume, dell’immagine di una bigliettatia di bus di colore chiusa nel suo gabbiotto, e di una scimmia dolente in gabbia (l’intento di Butturini, da sempre attento agli "ultimi" era innegabilmente quello di una denuncia) fu letto come dileggio da una studentessa afro-britannica che segnalò come razzista il libro e il suo editore e scatenò la polemica. Parr si dimise dalla direzione del Bristol Photo Festival e chiese all’editore italiano Damiani di mandare al macero le copie dell’opera. A nulla valse l’accorato appello del gallerista bresciano Massimo Minini a non cedere alle accuse.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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