Cultura

Michele Gazich: il ritorno dal vivo nel Bresciano è al Vittoriale

Il 28 novembre, subito dopo l’uscita dell’album «Argon», anche con il brano sul «D’Annunzio antifascista»
Il bresciano Michele Gazich - Foto Alberto Marchetti
Il bresciano Michele Gazich - Foto Alberto Marchetti
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«(D’An)Nuntio vobis...» si potrebbe parafrasare, se non rischiasse di... suonare sacrilego. Perché è davvero magnum il gaudium con cui Michele Gazich può annunciare che tornerà dal vivo - dopo aver percorso il mondo con Mary Gauthier - a casa sua. E, soprattutto, che lo farà proprio là dove aveva osato immaginare: il Vittoriale. Lo «scrittore di canzoni» bresciano si esibirà nell’Auditorium del Vate domenica 28 novembre, alle 16.30, due giorni dopo l’uscita del nuovo album «Argon», nel quale sarà contenuto il brano - «Il Vittoriale brucia», appunto - dei contenuti del quale aveva offerto un’anticipazione al nostro giornale nel maggio 2020.

«Racconterò il D’Annunzio negato: rinchiuso e antifascista» disse allora Gazich. Ed era evidente come l’aspirazione fosse anche quella di poter interpretare, un giorno, la composizione nelle stanze «della dorata e insieme dolorosa prigionia del poeta».

Grazie alla sensibilità del presidente della Fondazione ospitante, Giordano Bruno Guerri, e del Comune di Gardone Riviera. In concerto, il caratteristico «recitar cantando» di Gazich (con violino, viola e pianoforte) sarà accompagnato da Marco Lamberti (chitarra, bouzouki e seconda voce) e da Giovanna Famulari (la stessa che appare nel video del singolo «La Maga e lo Straniero»), già al seguito di Ron, Tosca e molti altri, per la prima volta in tour con Michele con il suo violoncello e la sua duttile voce. Apertura porte alle 16, biglietti in prevendita da oggi a 20 euro (diritti inclusi) su eventbrite.

Lo spettacolo sarà registrato, per un album dal vivo. Quello del brano sopra citato è «l’estremo D’Annunzio». «Un altro uomo», dice l’artista bresciano. «Non più la figura della quale si sorride per qualche aneddoto pruriginoso e l’autore che di rado si legge davvereo». Ma un a-fascista o, addirittura e paradossalmente, un antifascista. Questa rottura di un tabù storico-culturale Gazich ebbe il coraggio di manifestarla già prima dell’uscita del film di Gianluca Jodice - «Il cattivo poeta», con Sergio Castellitto - che ha affrontato il tema da una prospettiva non dissimile, mostrando un Vate sempre più irrequieto e pericoloso per il Duce.

«Gli intellettuali fanno sempre paura al potere» è uno dei concetti che hanno guidato la riflessione di Michele. Il quale inquadra il D’Annunzio (mis)conosciuto - in questo 2021 che coincide con il centenario del Vittoriale - in un quadro più ampio. Ad «Argon» Gazich ha dedicato anni di lavoro, avendo peraltro l’intelligenza di non procedere per addizioni. Quello che ne risulterà è un distillato, che, pur senza essere un concept-album, renderà omaggio agli scrittori e ai poeti non allineati. Citando l’omonimo racconto di Primo Levi ed estendendone la metafora, Gazich canta la condizione dell’artista «a margine e tuttavia non marginale», il cui lavoro è, come quello delle api e dei lombrichi, apparentemente inutile eppure fondamentale. Al Vittoriale le nuove canzoni avranno ampio spazio, ma non mancheranno i brani di repertorio. Offerti «come un rito, ma senza ostentazione: una celebrazione d’amore in un mondo sempre più carico d’odio».

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