Cultura

Marco Sissa: «Da Rovazzi a Disney, la musica la creo in testa»

La storia del musicista bresciano che sa fare di tutto senza aver studiato nulla. E colleziona hit
Con il mega producer. Sissa in uno scatto con Merk del duo Merk & Kremont
Con il mega producer. Sissa in uno scatto con Merk del duo Merk & Kremont
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Esistono i tormentoni musicali ed esistono da sempre. Come da sempre esiste la convinzione che scriverli sia facile. Sbagliato. Sbagliatissimo. Chiedetelo a Marco Sissa, 33 anni, bresciano, che collabora con gente come Rovazzi («Andiamo a comandare»...), gli idoli delle ragazzine Benji & Fede, Il Pagante (che vanta un bel gruzzolo di hit su YouTube), Roshelle e Chiara Grispo.

Interpreti di canzoni che, come nel caso di Rovazzi, da hit sono diventate a volte fenomeni virali.

Behind the scenes. Marco Sissa è l’uomo dietro le quinte di molti di questi successi contemporanei. «Ogni brano è una combinazione randomica», ripete. La formula standard, la formula magica, non c’è. Altrimenti saremmo tutti in testa alle classifiche. Il suo percorso è iniziato con la dance nel 2011 grazie a Melodica Records, per proseguire con le produzioni dei gettonatissimi Merk & Kremont e Marnik, ai quali come a tanti altri produttori e dj ha saputo fornire la propria personale visione d’insieme così come pure repentini cambi di prospettiva. Con il tempo è diventato l’unico songwirter italiano alla corte di Andrew Bullimore, produttore inglese tra i più in auge al mondo (Galantis, Sigala, Aloe Blacc), con il quale scrive e collabora quotidianamente. Uno dei segreti di Marco, forse, è che è un «autodidatta». Se così si può dire. Senza sovrastrutture, a volte l’istinto strabilia.

E Sissa sa suonare, comporre, cantare e sopratutto produrre. Tra le sue più recenti gioie: è diventato Heads Of Music per la società Webstars Channel, mentre ha firmato e cantato «We Are The Mars», sigla della nuova serie tv di Disney Channel «Penny on M.A.R.S.». Come tutto questo sia possibile lo spiega Marco stesso. «Sono stato fortunato. A 7-8 anni ho scoperto di capire molto bene il linguaggio della musica. Ho iniziato a sperimentare con piano e chitarra, ma ad oggi non ho preso una singola lezione e - scherza (forse) - non so di preciso cosa siano un "do" o un "re". Non posseggo nemmeno uno studio di registrazione vero e proprio. Il mio studio è il mio cervello. La mia musica nasce lì». Incredibile, eppure semplicissimo. E la visione sul mondo delle sette note di Marco Sissa è talmente chiara da far specie.

«Esistono due modi di realizzare musica. Puoi essere un gran chitarrista, un super produttore, avere una tecnica strabiliante, conoscere tutti i trucchi. Oppure puoi avere visione. Visione d’insieme», prosegue il bresciano. Che, naturalmente, fa parte di questa seconda categoria di musicista. E chiosa: «Le mie canzoni nascono da fascinazioni e da immagini». Ancora: la visione. E un disco tutto suo? «Le canzoni ci sono, sono conosciuto nel mio ruolo, ma non ancora come artista che si propone in prima persona. Ci vuole tempo». Indovinate dove sono, al momento, i brani? Esatto, tutti in testa.

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