Cultura

Le origini bresciane dell'uomo che inventò il Ferro China

La vita straordinaria di Felice Bisleri, originario di Gerola, oggi frazione di Pompiano, diventato imprenditore e patriota
Una vecchia réclame dell’amaro liquoroso
Una vecchia réclame dell’amaro liquoroso
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«Volete la salute? Bevete il Ferro China Bisleri», recitavano le réclame dell’amaro liquoroso fra gli ultimi anni dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Lo slogan era corredato dall’immagine di un leone ruggente, simbolo di vigore, replicata su giornali e cartoline, manifesti e riviste, locandine e affiches.

Una pubblicità che fece la fortuna dell’inventore della Ferro China, considerata un medicamento: Felice Bisleri (1851-1921). Una delle personalità di quella borghesia illuminata che, fra Risorgimento e primo dopoguerra, fece l’Italia. Patriota, garibaldino (partecipò soltanto 14enne alla Terza guerra di indipendenza, rimanendo ferito a Bezzecca e meritandosi una medaglia), imprenditore, editore di una rivista medica, benemerito nella lotta contro la malaria (producendo l’Esanofele, un farmaco), benefattore (a Corsico attrezzò un ospedale per i feriti della Grande Guerra), pacifista (amico e collaboratore di Teodoro Moneta, Nobel per la pace nel 1907). Un pioniere nel campo della pubblicità, della medicina, dell’intrapresa. Nel 1881, a 30 anni, fondò la Felice Bisleri e rilevò la fonte Angelica a Nocera Umbra, diventando il primo imbottigliatore di acqua al mondo. Fu un uomo dell’Ottocento proiettato nella modernità.

Felice Bisleri era nato a Gerola, oggi frazione di Pompiano, all’epoca un borgo di 462 anime. Un fondo agricolo proprietà dei nobili Bevilacqua. Il padre di Felice, Pietro, era il fattore della contessa Felicita, madrina di battesimo del neonato (al quale per gratitudine fu dato il nome della nobildonna). Bella figura di patriota, Felicita, perseguitata dall’Austria; una personalità che certamente influenzò le idee e le azioni del figlioccio garibaldino.

La biografia di quest’uomo è oggi raccontata nel libro «Felice Bisleri. Un imprenditore e patriota da Gerola in tutto il mondo» (Liberedizioni, 207 pagine, 15 euro) con un ricco apparato fotografico. È firmato da Giancarlo Comincini (sindaco di Pompiano), Leonardo Binda, Mario Piovani e Gianluigi Valotti. Una ricerca che sviluppa i vari ambiti in cui operò Bisleri, una personalità davvero poliedrica. A Gerola rimase gli anni dell’infanzia per poi trasferirsi altrove con la famiglia. Una nota di cronaca: nel 2020 il marchio Bisleri è stato rilevato dal Gruppo Caffo, calabrese, e dopo anni la Ferro China è tornata in produzione.

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