Cultura

Lava dagli spalti per Salmo: «Tornate a vivere»

Al Brixia Forum lo show studiato per stare al passo con una mente poliedrica e spiazzante
  • Il concerto di Salmo a Brescia
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AA

Salmo non è uno da vie di mezzo. O lo ami o lo detesti. È tutto sincero e violento al cospetto di Mr. Flop, che ieri sera ha risucchiato in un gorgo live di oltre due ore un Brixia Forum praticamente sold out. Violento perché vero, senza pose, a un passo dallo sbraco eppure così credibile.

Come lui. «Flop» è il titolo dell’album che fa capolino nella scaletta di questa penultima tappa di un tour che non ha tenuto al guinzaglio né l’hardcore degli esordi né le fuitine mainstream che il rapper nato Maurizio Pisciottu si è concesso. Lo show, studiato per stare al passo di una mente poliedrica e spiazzante, spara da subito le munizioni da caccia grossa. Un manichino appeso a testa in giù si schianta sul palco, appena prima dell’ingresso di Salmo con una sgolata «Russell Crowe» da epinefrina nella coscia.

Segue una galoppata a pulsazioni altissime: «Stai zitto», «Antipatico», «Papparapà», mentre sullo sfondo scorre un visual 3d con fiamme, teschi, mostri. I mostri che l’artista sardo tiene a bada nella testa, come ha raccontato dalla melma del lockdown parlando di salute mentale senza vergogna. «Buttate via i telefonini». «Che ne so», «Daytona» e «In trappola» ribadiscono il concetto: Lebownski vuole solo essere lasciato in pace. Basta selfie, «buttate via quei telefonini», zero ammiccamenti su TikTok, niente ebeti allo schermo: Salmo si riprende il diritto di fallire. Eppure, di scivoloni neanche l’ombra.

Il live s’infiamma: fuori quasi lo zero termico, dentro è lava dagli spalti. Con «Criminale» il rock sul backdrop è un’enorme ghigliottina che lo decapita, poi l’autobiografica «1984», appena prima di «Ricchi e morti» e «Perdonami» che spianano la strada all’intramontabile «L’alba». L’alter ego virtuale gigante di Pisciottu, in versione divinità indiana, introduce la liturgia di «PXM», poi ci si butta in apnea: «Flop», «A Dio», «S.A.L.M.O».

«Dicono che il mio pubblico non sappia pogare» provoca, e il palazzetto viene giù. E alla fine «un po’ d’acqua per i ragazzi». Con il boato di «90MIN», il pezzo che lo ha consacrato da reietto a osannato, surfa sulla folla e raccomanda «ma quale tecnologia, tornate a vivere».

Un messaggio marchiato dalla mossa più azzardata e azzeccata: un unplugged da brividi in mezzo al parterre con Le Carie, band con cui vive una specie di fusione. Ed è con «Lunedì» che, al «voglio solo rivivere ancora», nel pubblico c’è spazio anche per le lacrime. Ma non è tempo di piangersi addosso, meglio ballare. E con un esagitato dj set - «Ho paura di uscire», «La canzone nostra», «Mamma sto male» - Salmo manda tutti a dormire. Smaltita l’adrenalina, s’intende.

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