Cultura

La Valcamonica sorgente per il futuro della ricerca archeologica

Lo studioso Emmanuel Anati e la disciplina dell’antropologia concettuale, che apre un’altra epoca partendo dalle incisioni rupestri
Incisioni rupestri © www.giornaledibrescia.it
Incisioni rupestri © www.giornaledibrescia.it
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Dal disgelo dei ghiacciai all’arrivo dei Romani, gli antichi camuni hanno raccontato su pietra la loro vita: diecimila anni ripercorribili in 300mila incisioni su 2500 rocce. Le rilegge, alla luce di una metodologia che si avvale del contributo delle scienze umane, il grande archeologo Emmanuel Anati, protagonista in decenni di indagini sul campo, nel nuovo libro in uscita per le edizioni di Atelier, Centro di ricerca per l’antropologia concettuale, che ha sede a Capo di Ponte.

«Arte rupestre della Valcamonica» (308 pagine, con 145 figure; 30 euro) ripercorre con aderenza scientifica al patrimonio documentario e con chiarezza di narrazione la grande avventura dell’uomo, dalle prime figure di animali alle scene descrittive di mutati contesti nel processo di evoluzione tecnologica e sociale, con attenzione da parte dello studioso al pensiero che si manifesta attraverso i segni.

Si trova nel libro anche la storia singolare e avvincente dell’indagine sui «pitoti» camuni, fino all’emersione di un’enorme banca-dati accolta dall’Unesco nel Patrimonio dell’umanità e fino all’avvio di un metodo avvalorato dagli apporti di psicologia e sociologia per una più approfondita conoscenza della realtà umana, a partire da quel lungo arco temporale che si etichetta col termine «preistoria» e che in Val Camonica, in realtà, esprime un articolato racconto, di vicende anteriori alla conquista dell’alfabeto.

«La nuova disciplina dell’antropologia concettuale – spiega Emmanuel Anati, raggiunto via mail in Israele (dove è nuovamente impegnato nel deserto del Negev) – fa delle incisioni rupestri una sorgente eccezionale di storia. Ancora in fase sperimentale, già offre una nuova dimensione all’archeologia. Le immagini rupestri diventano il medium per risalire all’anima di coloro che le hanno concepite e allo spirito della loro epoca, e rivelano stati d’animo, emozioni e sentimenti dei loro fautori. L’archeologia assume un volto umano, emotivo e concettuale e comunica inediti contenuti. Sarà lo sviluppo di questa nuova disciplina a definire il suo impatto culturale».

Nelle tappe di un percorso universale, quali caratteri contraddistinguono il formarsi di una civiltà europea?

Nel corso di 10.000 anni emerge l’evoluzione sociale di clan che diventano tribù, che a loro volta si evolvono in piccole nazioni. Tramite la testimonianza dell’arte rupestre, scopriamo come nasce l’Europa e la sua cultura. La storia scritta degli ultimi due millenni si arricchisce dei precedenti 10.000 anni. Si fa storia della preistoria. Dalle nuove analisi delle immagini rupestri si delineano sempre più particolari sullo sviluppo economico, sociale e politico delle fasi formative della civiltà europea, e delle loro cause ed effetti. Si scopre la grande avventura della nascita della civiltà europea. Ci dice chi siamo e da dove veniamo.

Appassionanti sono i mutamenti concettuali e di credenze che accompagnano questi dieci millenni. Sono una storia di fedi e di culti che si evolvono e si susseguono. Scopriamo quale influenza sociale hanno i nuovi mezzi di comunicazione con l’introduzione della ruota e del carro, l’effetto della lavorazione del metallo sull’economia, l’impatto concettuale di nuove tendenze religiose e di acquisizioni tecnologiche. La nuova storia diventa una grande sorgente di lezioni di vita.

Nei nuovi orizzonti di studio, aperti alla partecipazione di ricercatori di molti Paesi, come si colloca la dimensione locale del patrimonio camuno?

La Valcamonica è un unicum per la qualità e la longevità della sua documentazione e la dimensione delle ricerche svolte. Fin dalla nascita del progetto nel 1956, si è sviluppata una partecipazione internazionale, con ricercatori da Francia, Spagna, Portogallo, Inghilterra, Scandinavia, Cina, India, Stati Uniti, Brasile, Israele e molti altri Paesi. Abbiamo accolto e guidato studenti da tutto il mondo. La Valcamonica è stata il centro per lo studio dell’arte rupestre, dove sono nate e si sono sviluppate discipline, tecniche e concetti di ricerca.

È stata aperta alla partecipazione internazionale di ricercatori, non in teoria ma in concreta pratica. Vi abbiamo organizzato oltre 30 simposi e convegni internazionali, pubblicato oltre 100 libri con decine d’autori, e grazie a questa partecipazione ha acquisito la sua dimensione mondiale. È stata la palestra nella quale è nata e si è sviluppata la ricerca scientifica dell’arte rupestre; e ultimamente vi è nata anche la disciplina dell’antropologia concettuale, che apre una nuova epoca per la ricerca archeologica, e non solo per la Valcamonica. Il libro mostra i nuovi orizzonti del conoscere e del capire il passato... e il presente. La Valcamonica è un campione per il futuro della ricerca archeologica. La ricerca continua.

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