Cultura

«Io no pago pirlo»: Dellino, Cinilì e la parodia di Bello Figo

I due bresciani rileggono la canzone del rapper al centro del caso del concerto annullato alla Latteria Molloy
Io no pago pirlo
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Ironia, paura, ironia. Il cerchio, sotto Natale, in qualche modo si chiude. Alla bresciana. E dal concerto-non concerto di Bello Figo si arriva alla riuscitissima parodia firmata da due maestri del genere: Dellino e Piergiorgio Cinelli.

Riassumiamo i capitoli precedenti. Il concerto di Bello Figo alla Latteria Molloy di Brescia doveva aver luogo proprio oggi, venerdì 23 dicembre.

Poi, come è ormai arci-noto, il locale ha subito minacce talmente pesanti da convincere lo staff del club a cancellare la data. Bello Figo, lo ricordiamo, è un improbabile rapper di origini africane e di casa a Parma, autore di canzoni sconclusionate dal punto di vista di testi-metrica-musica.

Brani smaccatamente provocatori. Da ormai alcuni anni è una star di YouTube, piattaforma su cui ha pubblicato un centinaio di brani (tutti caratterizzati dalla formula di cui sopra), che hanno totalizzato tonnellate di click. Sotto Referendum si è accorta di lui anche la tv generalista. Belpietro l’ha invitato su Retequattro e ha fatto ascoltare le «hit» di Bello Figo «Non Pago Affitto» e «Referendum Costituzionale».

Tra gli ospiti di quella puntata di «Dalla vostra parte» anche Alessandra Mussolini. Ne è nata una zuffa epocale che, naturalmente, ha fatto il giro del Web. E tra gli indignati c’è anche chi ha rotto le uova nel paniere della Latteria: minacce al locale, qualora avesse confermato il concerto del rapper. 

Adesso «Non pago affitto» è diventata «Io no pago pirlo», parodia in chiave bresciana della canzone di Bello Figo. Nel testo una giostra di riferimenti coloriti in salsa bresciana: non pago il pirlo, non pago il Braulio, non pago il viado, non pago il tutor per la multa in tangenziale.

«L’abbiamo fatto per scherzo - racconta Cinelli -, anche per stemperare le polemiche attorno a Bello Figo e riportarlo ad una dimensione più adatta alla banalità e semplicità dell’originale. Su Facebook sta andando proprio forte e, soprattutto, senza polemiche. Mi sembra che chi lo vede e sente capisca lo spirito». E il cerchio si chiude, con un sorriso. 

 

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