Cultura

Il nuovo Bestiario d'amore di Vinicio Capossela

Il cantautore pubblica oggi un ep dedicato all'amore, un lavoro «sperimentale ed erudito» che attinge all'opera di Richart de Fornival
Vinicio Capossela
Vinicio Capossela
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L'ambientazione è di nuovo quella dell'Evo Medio (come lo chiama lui) come nell'ultimo lavoro «Ballate per uomini e bestie» (uscito lo scorso maggio e vincitore del Premio Tenco come miglior album), ma stavolta il campo d'indagine è l'amore nelle sue diverse forme e protagonisti assoluti sono gli animali. 

Vinicio Capossela, nel giorno di San Valentino, torna con l'ep Bestiario d'amore (La Cupa/Warner Music). «Questo lavoro fa parte della stessa covata delle Ballate, ma volevo che vivesse di vita propria, come una sorta di appendice», racconta il cantautore, che quest'anno festeggia i 30 anni di carriera (nel 1990 è uscito il primo album «All'una e trentacinque circa»). 

«In epoca di pestilenza, non solo letteraria, allegorica o morale ma di questi tempi anche epidemiologica, già denunciata nelle Ballate mi sottraggo alla dittatura dell'attualità per raccontare le casistiche dell'amore. Anche se sottrarsi alla pestilenza è poi un modo di andarci ancora più a fondo», spiega ancora Capossela che ha sempre fatto di allegorie e metafore il suo tratto distintivo e che per il suo nuovo lavoro ha attinto all'opera di Richart de Fornival, erudito del 1200 che combinando le favolose descrizioni naturalistiche dei bestiari medievali e la fenomenologia dei comportamenti amorosi prova a descrivere scientificamente il sentimento più nobile. 

«Lavorare sul testo di Fornival è stata un'operazione alchemica, un corpo a corpo. L'operazione più sperimentale ed erudita che io abbia mai fatto. Con la difficoltà poi di rendere orecchiabile quello che avevo ottenuto, soprattutto per l'uso non spericolato che ho io della voce. Più che un cantante, io mi considero un rielaboratore del mondo». 

La sintesi è un brano di 11 minuti, accompagnato da altri due brani a corredo. Ma non ci si illuda che l'amore sia fine a se stesso. Come in un infinito gioco di rimandi, anche i sentimenti possono avere più piani di lettura. «L'amore è la prima esperienza in cui misuriamo il nostro limite con il resto del mondo. Parlarne è parlare dell'incapacità, o della capacità, di andare oltre noi stessi». 

E l'attualità, nonostante le iniziali intenzioni, incombe minacciosa. «Omicidi, violenze, femminicidi - argomenta Capossela - sono segno di una mancata crescita, di una incapacità di andare oltre se stessi». Protagonisti, dunque, gli animali, «ai quali ci avvicina l'inconscio, l'istintività, la sessualità», in un medioevo fantastico. «Mi affascina perché è stata l'ultima epoca in cui l'irrazionale ha avuto spazio e perché in quest'era preapocalittica in cui viviamo alcune allegorie come la danza macabra o la peste sono particolarmente calzanti». 

«Bestiario d'amore», composto da 4 brani di ambientazione trobadorica e arricchito da un notevole libretto illustrato da Elisa Seitzinger, sarà presentato dal vivo il febbraio alla Union Chapel di Londra, poi dal 22 partirà il tour italiano che porterà Capossela anche a Gardone Riviera, al Vittoriale, all'interno del festival Tener-a-mente. «Sarà un modo anche per andare a spasso nell'antologia della mia produzione e celebrare questi 30 anni. Come il compleanno si festeggia non tanto per l'età. ma per il fatto di esser venuti al mondo, così mi piace ricordare chi ha creduto in me e ha permesso che uscisse il mio primo disco, il produttore Renzo Fantini». Trenta anni. Passati velocemente. «Il destino è come la balena, si riconosce dalla coda: è tardi per metterci riparo, ma ti permette di capire cosa hai combinato».

 

 

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