Cultura

Festival Duende, con Lacasadiargilla piccoli personaggi isolati e prigionieri

Molti applausi ieri sera al Teatro Sociale per lo spettacolo «Il Ministero della Solitudine»
  • Festival Duende: lo spettacolo «Il Ministero della Solitudine»
    Festival Duende: lo spettacolo «Il Ministero della Solitudine»
  • Festival Duende: lo spettacolo «Il Ministero della Solitudine»
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    Festival Duende: lo spettacolo «Il Ministero della Solitudine»
AA

Partendo da un dato di realtà - l’istituzione, nel 2018 in Gran Bretagna, di un «Ministero della Solitudine» - «Lacasadiargilla» costruisce uno spettacolo composito («Il Ministero della Solitudine», appunto), molto applaudito ieri al Teatro Sociale, da un pubblico abbastanza folto, per il festival «Duende».

«Scrittura originale di, con e per cinque attori», con Fabrizio Sinisi alla cura della drammaturgia, mette in scena simultaneamente cinque personaggi "soli", appena tratteggiati, tutti intrappolati in qualcosa: i propri limiti, sogni e aspirazioni fuori dalla loro portata. Tutti sognatori infelici, perduti nell’inseguimento velleitario di confusi obiettivi.

Si tratta di personaggi "piccoli piccoli", dal lessico limitato, dal pensiero debole, gente comune che riesce ad esprimersi meglio quando tace e quando, al suo posto, parla la musica, importante in questo allestimento, firmato da Lisa Ferlazzo Natoli ed Alessandro Ferroni. Sullo sfondo di una parete nera geometricamente delimitata da neon bianchissimi, una colonna rotante centrale si rivela essere distributore automatico di cose-simbolo, o mutevole fondale.

Lì, coordinati dalla signorina senz’anima del Ministero della Solitudine (Tania Garribba), si aggirano: Primo, un «cleaner» che ripulisce i social da contenuti giudicati non ammissibili, e quando torna a casa dialoga con una «Real Doll» (un manichino vestito da donna). È lui il personaggio più incisivo, anche grazie all’interpretazione di Emiliano Masala. Gli altri sono: Alma (Giulia Mazzarino) e Teresa (Caterina Carpio), madre e figlia che convivono come monadi; "F." (lo snodato Francesco Villano), che sogna di allevare api e di salvare il mondo, ma è destinato al fallimento.

Il testo è labile, i personaggi camminano su un filo che potrebbe spezzarsi da un momento all’altro: ricorda un po’ le commedie di Natalia Ginzburg, che emanano malinconia e alla fine strappano un sorriso amaro.

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