Emanuela Palazzani: «Le donne leader un grande esempio»

Con un convegno al Palazzo dell’Eliseo, dedicato al ruolo imprescindibile delle donne nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, Anne Bouverot, incaricata da Macron di organizzare il summit mondiale di Parigi, ha anticipato - davanti a un pubblico di ottanta invitati - tematiche, riflessioni ed indirizzi che sostanzieranno l’evento di febbraio. Nel parterre di eccellenze convocate a Parigi sedeva Emanuela Palazzani, imprenditrice bresciana dalla carriera internazionale, che fra i pilastri della sua leadership annovera sostenibilità ed empowerment femminile, nel senso non banalizzante del termine. L’abbiamo intervistata.

Come è arrivato l’invito a questo evento di alto profilo?
Dal 2014 faccio parte (unica italiana, ndr) del board di Wil (Women in Leadership - European Network), che ha organizzato con la socia Anne Bouverot il convegno. Negli anni ho partecipato attivamente a tutti gli incontri e ai meeting, che hanno sempre una forte connotazione internazionale e in cui l’elemento femminile funge da catalizzatore nell’accelerazione di cambiamenti e processi.
Fa anche parte, dal 2019, dell’executive committee di WEoB - WomanExecs on Boards, realtà internazionale che promuove «gender equality» ed eccellenza ai vertici delle aziende globali...
Nel 2017 sono stata ammessa, prima e unica italiana, all’executive course della Harvard Business School. «Women on Boards: Succeeding as a Corporate Director» era alla sua seconda edizione ed era aperto a 90 donne di tutto il mondo, selezionate sulla base dei profili personali e professionali, con la sola metà degli accessi riservata a candidate internazionali e il resto a cittadine statunitensi. L’ammissione al percorso è stata una grandissima soddisfazione e la preparazione alla partecipazione ha richiesto uno straordinario impegno. In seno a quell’esperienza è nato il network WEoB, con sede a Boston.
Dal suo osservatorio privilegiato, come si è evoluta nell’ultimo decennio la presenza femminile nei ruoli apicali della nostra economia e delle nostre istituzioni?
Ci sono stati risultati importanti, che rendono concreto merito al lavoro di questi anni: la leadership di tre donne nelle principali istituzioni europee è l’esito degli sforzi di tantissime donne coraggiose. È un traguardo non solo in termini di ruolo: senza esempi concreti di leadership ci sono troppe parole e pochi fatti. Ci tengo però a specificare che l’accesso alle opportunità deve sempre partire dalla competenza. Per raggiungere obiettivi importanti bisogna essere qualificati, acquisire titoli accademici, maturare esperienze professionali e superare le sfide. In particolare i giovani devono essere stimolati ad approfondire e studiare per acquisire una capacità di analisi critica e una mente analitica. Quando studi impari anche a sognare. E quando sogni realizzi.
Per le donne resta difficile la conciliazione lavoro-famiglia, così come l’accesso a ruoli di leadership.
Sempre più aziende hanno messo «diversity» e «inclusion» al centro delle loro politiche, ma c’è ancora parecchia strada da fare, anche da parte dei Governi.
Parliamo di IA: la Francia ospiterà a febbraio il summit mondiale, la cui organizzazione è stata affidata da Macron all’esperta mondiale Anne Bouverot. La conosce?
L’ho incontrata giovedì. Come altre figure straordinarie che ho avuto il privilegio di conoscere, è una persona normale, sorridente, accogliente. Una leader in grado di ispirare anche attraverso la sua umiltà.
Condivide l’assunto che pace e sviluppo sostenibile passino dall’IA?
Assolutamente. La sostenibilità è un elemento strategico. Il progresso sostenibile è ormai imperativo. Penso che oggi il mondo industriale e dei servizi abbiano un nuovo stakeholder, a cui rispondere. Oltre alle istituzioni, ai dipendenti, agli azionisti va considerato anche il nostro pianeta, un cliente esigente e sempre più importante.
Che ruolo gioca l’Europa nel futuro delle giovani generazioni?
Mi piace pensare che non passerà ancora molto tempo prima che alla domanda «Da dove vieni?», risponderemo: «Dall’Europa». I giovani, coi loro social media, sono già così internazionali che devono diventarlo anche a livello di consapevolezza, abbracciando un senso di appartenenza più ampio. L’Europa è davvero un progetto straordinario e dovremmo fare di tutto perché si confermi vincente.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@I bresciani siamo noi
Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.
