Cultura

Emanuela Palazzani: «Le donne leader un grande esempio»

All’Eliseo fra gli 80 ospiti di un convegno sull’IA anche l’imprenditrice bresciana dalla carriera internazionale: «Il nostro pianeta è lo stakeholder più esigente»
Emanuela Palazzani (a destra), giovedì a Parigi con Anne Bouverot - © www.giornaledibrescia.it
Emanuela Palazzani (a destra), giovedì a Parigi con Anne Bouverot - © www.giornaledibrescia.it
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Con un convegno al Palazzo dell’Eliseo, dedicato al ruolo imprescindibile delle donne nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, Anne Bouverot, incaricata da Macron di organizzare il summit mondiale di Parigi, ha anticipato - davanti a un pubblico di ottanta invitati - tematiche, riflessioni ed indirizzi che sostanzieranno l’evento di febbraio. Nel parterre di eccellenze convocate a Parigi sedeva Emanuela Palazzani, imprenditrice bresciana dalla carriera internazionale, che fra i pilastri della sua leadership annovera sostenibilità ed empowerment femminile, nel senso non banalizzante del termine. L’abbiamo intervistata.

L’Eliseo ha ospitato il convegno sull’IA - © www.giornaledibrescia.it
L’Eliseo ha ospitato il convegno sull’IA - © www.giornaledibrescia.it

Come è arrivato l’invito a questo evento di alto profilo?

Dal 2014 faccio parte (unica italiana, ndr) del board di Wil (Women in Leadership - European Network), che ha organizzato con la socia Anne Bouverot il convegno. Negli anni ho partecipato attivamente a tutti gli incontri e ai meeting, che hanno sempre una forte connotazione internazionale e in cui l’elemento femminile funge da catalizzatore nell’accelerazione di cambiamenti e processi.

Fa anche parte, dal 2019, dell’executive committee di WEoB - WomanExecs on Boards, realtà internazionale che promuove «gender equality» ed eccellenza ai vertici delle aziende globali...

Nel 2017 sono stata ammessa, prima e unica italiana, all’executive course della Harvard Business School. «Women on Boards: Succeeding as a Corporate Director» era alla sua seconda edizione ed era aperto a 90 donne di tutto il mondo, selezionate sulla base dei profili personali e professionali, con la sola metà degli accessi riservata a candidate internazionali e il resto a cittadine statunitensi. L’ammissione al percorso è stata una grandissima soddisfazione e la preparazione alla partecipazione ha richiesto uno straordinario impegno. In seno a quell’esperienza è nato il network WEoB, con sede a Boston.

Dal suo osservatorio privilegiato, come si è evoluta nell’ultimo decennio la presenza femminile nei ruoli apicali della nostra economia e delle nostre istituzioni?

Ci sono stati risultati importanti, che rendono concreto merito al lavoro di questi anni: la leadership di tre donne nelle principali istituzioni europee è l’esito degli sforzi di tantissime donne coraggiose. È un traguardo non solo in termini di ruolo: senza esempi concreti di leadership ci sono troppe parole e pochi fatti. Ci tengo però a specificare che l’accesso alle opportunità deve sempre partire dalla competenza. Per raggiungere obiettivi importanti bisogna essere qualificati, acquisire titoli accademici, maturare esperienze professionali e superare le sfide. In particolare i giovani devono essere stimolati ad approfondire e studiare per acquisire una capacità di analisi critica e una mente analitica. Quando studi impari anche a sognare. E quando sogni realizzi.

Per le donne resta difficile la conciliazione lavoro-famiglia, così come l’accesso a ruoli di leadership.

Sempre più aziende hanno messo «diversity» e «inclusion» al centro delle loro politiche, ma c’è ancora parecchia strada da fare, anche da parte dei Governi.

Parliamo di IA: la Francia ospiterà a febbraio il summit mondiale, la cui organizzazione è stata affidata da Macron all’esperta mondiale Anne Bouverot. La conosce?

L’ho incontrata giovedì. Come altre figure straordinarie che ho avuto il privilegio di conoscere, è una persona normale, sorridente, accogliente. Una leader in grado di ispirare anche attraverso la sua umiltà.

Condivide l’assunto che pace e sviluppo sostenibile passino dall’IA?

Assolutamente. La sostenibilità è un elemento strategico. Il progresso sostenibile è ormai imperativo. Penso che oggi il mondo industriale e dei servizi abbiano un nuovo stakeholder, a cui rispondere. Oltre alle istituzioni, ai dipendenti, agli azionisti va considerato anche il nostro pianeta, un cliente esigente e sempre più importante.

Che ruolo gioca l’Europa nel futuro delle giovani generazioni?

Mi piace pensare che non passerà ancora molto tempo prima che alla domanda «Da dove vieni?», risponderemo: «Dall’Europa». I giovani, coi loro social media, sono già così internazionali che devono diventarlo anche a livello di consapevolezza, abbracciando un senso di appartenenza più ampio. L’Europa è davvero un progetto straordinario e dovremmo fare di tutto perché si confermi vincente. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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