Dialèktika

Picasso, i 4 gatti e gli oscuri guai

Tonalità fosche legano Brescia con Barcellona e Londra
Els Quatre Gats, il locale a Barcellona frequentato anche da Picasso
Els Quatre Gats, il locale a Barcellona frequentato anche da Picasso
AA

Ricordo ancora quel tuffo al cuore. Anni fa ero ospite di amici catalani nella coloratissima Barcellona. Al termine di una lunga giornata trascorsa insieme, una di loro alza lo sguardo al cielo e vede la notte avanzare da Est. «Es fa fosc» dice tra sé e sé. Anche se a mille chilometri da casa mi sono sentito di colpo bambino, accanto a mio nonno che guardava il cielo incupirsi e commentava tra sé e sé: «Vé fósc». Si fa buio.

Mi hanno sempre colpito le molte assonanze fra dialetto bresciano e catalano (a Barcellona c’è un vecchio locale dove anche un giovanissimo Picasso si incontrava con quei «quattro gatti» dei suoi amici artisti che si chiama «Els Quatre Gats»...). In particolare, l’identico uso del termine «fósc» affonda le comuni radici nell’aggettivo latino «fuscus» che significa proprio «scuro».

Più... oscuro si presenta invece il cammino che porta da Brescia alle terre d’Inghilterra sulla scia delle espressioni «g’hó fàt marù» oppure «gh’è saltàt fò ’l marù», che in alcune parti della nostra provincia significano «ho fatto un guaio/errore» oppure «è stato scoperto il guaio/errore». Qui il marrone come colore proprio non c’entra nulla. E - credo - neppure il frutto autunnale (nonostante l’esistenza in italiano dell’espressione «esser preso in castagna»). A me invece colpisce particolarmente che in inglese esista il verbo «to mar» che significa proprio sciupare, guastare, fare un danno. Qui l’origine etimologica pare che porti addirittura alle antiche lingue germaniche, in qualche modo arrivate anche fino a noi. Dalla Catalogna ad Albione: quanti ponti linguistici nella parlata dei nostri nonni!

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato