Cultura

Damiano Carrara: «In pasticceria uniti si vince»

Da «Bake Off» ai nuovi progetti televisivi e non del «pastry-chef dei due mondi»
Il pastry-chef Damiano Carrara - Foto Ivano De Pinto
Il pastry-chef Damiano Carrara - Foto Ivano De Pinto
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È soprannominato «il pastry-chef dei due mondi», per la sua capacità di dividersi tra Italia e Stati Uniti, ma anche tra tv e cucina. È Damiano Carrara, pasticciere e volto tv di programmi di cucina molto seguiti. Lo abbiamo rintracciato telefonicamente poco dopo l’apertura della sua prima pasticceria in Italia, a Lucca, sua città natale.

È un ritorno trionfale o un omaggio? Ho scelto Lucca, per reiniziare, rimettermi in gioco. Ho voluto un progetto diverso dalla solita pasticceria, infatti lo chiamo Atelier, perché è un atelier, un laboratorio.

Facciamo un passo indietro: non tutti sanno che tutto nasce oltreoceano e che prima facevi il bartender... Sì, sono partito facendo il bartender, lavoravo poi la sera come manager e gestivo un ristorante a Los Angeles. La passione per la pasticceria è nata in contemporanea. Lavorando nella ristorazione c’era tutto, ma mi mancava quell’aspetto lì, la tradizione italiana di ritrovarsi nel weekend con la famiglia o gli amici attorno a un dolce. Così mi è venuta in mente l’idea della pasticceria, ho chiamato mio fratello Massimiliano che era già pasticciere e insieme abbiamo aperto Carrara Pastries. Era il 2011.

Poi è arrivata la tua ennesima nuova vita, quella in tv. Come hai iniziato a diventare un volto televisivo? Nel 2013 ho fatto un programma come ospite, poi come concorrente, poi come giudice, sempre negli Stati Uniti. Dall’Italia mi hanno chiamato per fare un provino. Quando l’ho fatto ero convinto che non mi avessero preso e invece ero stato scelto e da lì è partito «Bake Off». Ormai sono anni che faccio avanti e indietro.

Ora che hai aggiunto un nuovo impegno, come riuscirai a conciliare tutto? Come faccio sempre. Cerco di circondarmi persone valide, competenti e che hanno voglia di fare. Per Lucca ho trovato persone da tutta Italia, un grandissimo team, al quale ho fatto il training. Sono tutti molto forti, loro manderanno avanti il locale e quando potrò sarò al negozio. Negli Stati Uniti abbiamo più di 80 dipendenti che mandano avanti le pasticcerie e i locali: per crescere bisogna delegare e bisogna sapersi fidare delle persone, cercare di migliorarsi attraverso di loro. Non si può rimanere chiusi in se stessi e pensare di essere i più bravi di tutti. Bisogna pensare che l’unione fa la forza.

Tornando alla tv, dove ti vedremo prossimamente? Il venerdì sera c’è la nuova stagione di «Bake Off Italia» (Discovery+/Real Time) (a cui ha partecipato anche il bresciano Matteo Andrea Polini), poi da febbraio-marzo tornerà «Cake Star», che stiamo registrando adesso. Poi ci sarà dell’altro, perché verso fine anno inseriamo sempre programmi nuovi, per esempio «Fuori Menù», che arriva al terzo anno, e altri. Direi parecchi.

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