Cultura

Com'è fatta la mostra su Luigi Basiletti, l'archeologo che ritrovò la Vittoria Alata

Pittore e archeologo, partecipò agli scavi che portarono alla scoperta del Capitolium. Una mostra per raccontarne la figura
  • La mostra a Palazzo Tosio su Luigi Basiletti
    La mostra a Palazzo Tosio su Luigi Basiletti
  • La mostra a Palazzo Tosio su Luigi Basiletti
    La mostra a Palazzo Tosio su Luigi Basiletti
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    La mostra a Palazzo Tosio su Luigi Basiletti
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    La mostra a Palazzo Tosio su Luigi Basiletti
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    La mostra a Palazzo Tosio su Luigi Basiletti
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    La mostra a Palazzo Tosio su Luigi Basiletti
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    La mostra a Palazzo Tosio su Luigi Basiletti
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    La mostra a Palazzo Tosio su Luigi Basiletti
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Una ricorrenza specialissima che cade proprio nell’anno di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura: duecento anni fa, esattamente il 4 aprile 1823, prendevano il via gli scavi che avrebbero restituito alla città la sua area monumentale romana, quella straordinaria avventura archeologica che portò alla scoperta del Capitolium e culminò con il ritrovamento della Vittoria Alata il 20 luglio del 1826.

Un’impresa che nacque e si concretizzò grazie, soprattutto, all’intraprendenza di un protagonista di primo piano della stagione culturale del tempo: il pittore-archeologo Luigi Basiletti (Brescia, 1780-1859), al quale è dedicata la nuova mostra di Fondazione Brescia Musei e Ateneo di Brescia «Luigi Basiletti e l’Antico», inaugurata ieri a Palazzo Tosio (dove rimarrà aperta sino al 3 dicembre).

Un progetto espositivo nato dalla sinergia tra le due istituzioni cittadine, sotto l’egida del Comune, che giunge oggi al terzo appuntamento, dopo le mostre dedicate a Raffaello e a Dante e Napoleone, e che si inserisce nel ricco programma di iniziative che alimentano il programma della Capitale della Cultura, come hanno ricordato con soddisfazione il sindaco facente funzioni, Laura Castelletti, la presidente di Fondazione Brescia Musei, Francesca Bazoli, e il presidente dell’Ateneo, Sergio Onger.

La mostra

A cura di Roberta D’Adda, Bernardo Falconi e Francesca Morandini, la mostra è allestita negli splendidi ambienti neoclassici della casa-museo del conte Paolo Tosio, che per l’occasione apre gli inediti ambienti recentemente restaurati dell’Ala Est da cui prende avvio un percorso articolato in sezioni che, attraverso un’ampia selezione di testimonianze artistiche e documentarie, provenienti da collezioni pubbliche e private (tra cui numerosi prestiti Pinacoteca Tosio Martinengo), ricostruisce la figura di Luigi Basiletti a tutto tondo.

Non solo si approfondisce il ruolo decisivo che svolse quale ideatore, promotore e direttore di quella straordinaria impresa archeologica, ma anche il suo profilo di instancabile divulgatore della cultura neoclassica, animato da valori di condivisione ed impegno civile, che esercitò con passione in seno all’Ateneo di Brescia, di cui fu socio attivo dal 1810, oltre che, naturalmente, raccontare la sua fisionomia di ottimo pittore e disegnatore: un artista a tutto tondo, alfiere del Neoclassicismo, seguace di Canova, legato alle accademie romane più all’avanguardia, ma al tempo stesso portatore di un gusto pittoresco di ascendenza romantica.

Chi era Basiletti

Basiletti completò la sua formazione artistica a Roma, sotto la guida di Antonio Canova, tra il 1803 e il 1809, approfondendo anche studi di architettura, antiquaria e archeologia e, una volta rientrato a Brescia, si conquistò un ruolo di primo piano come pittore di figura e paesaggio, ma anche come esperto di cose d’arte.

Tra il 1811 e il 1821 fu incaricato di sovrintendere i lavori di rinnovamento del Palazzo Tosio destinato ad accogliere la collezione d’arte del conte Paolo, costituita con il suo sostanziale contributo e divenuta, nel 1851, la prima galleria civica d’arte contemporanea dell’epoca in Italia. Dipinti, disegni e acqueforti dell’artista documentano nelle prime sale la grande fascinazione esercitata dall’antico sul giovane pittore sin dagli anni della prima formazione all’Accademia di Belle arti di Bologna (1801-1803) e, soprattutto, del suo primo soggiorno romano, quando ebbe anche contatti con vedutisti nordici.

Una selezione di disegni allineati nella Galleria delle incisioni documenta le sue escursioni sugli itinerari del Grand Tour, tra Roma e il Regno di Napoli, testimoniandone doti di straordinario disegnatore, che riproduceva ruderi e architetture con intento documentale, senza tralasciare alcuni dettagli pittoreschi tipici della sua singolare visione.

Nella sala dell’Alcova è raccolto il nucleo di documenti relativi all’impresa archeologica, tra cui una serie di medaglie celebrative, e anche il Diploma dell’Accademia di San Luca, autografato da Canova. E ancora le significative testimonianze della progettazione del Museo patrio e poi del progetto editoriale del Museo bresciano illustrato, ideato da Basiletti nel 1826, da cui tuttavia, forse per un motivo futile, si ritirò prima delle pubblicazione, rinunciando a firmare l’opera che poneva il sigillo sulla grande campagna archeologica che lui stesso aveva ideato e di cui oggi, grazie a questa mostra, gli viene ricordato il merito.

Informazioni

«Luigi Basiletti e l’Antico» si trova a Palazzo Tosio - Ateneo di Brescia, in via Tosio a Brescia. Sarà visitabile fino al 3 dicembre 2023. Il 6 e l’8 aprile visita libera dalle 15 alle 17. Dall’11 visite guidate con prenotazione obbligatoria: mar e gio, ore 15; sab e dom 15, 16 e 17. La mostra è a cura di Roberta D’Adda, Bernardo Falconi e Francesca Morandini, che firmano anche il catalogo Skira con Bernardo Falconi, Luciano Faverzani, Sergio Onger, Giulia Paletti.

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