Cinema

La «bresciana» Zoe Saldaña vince il Golden Globe

Enrico Danesi
Premio come miglior attrice non protagonista per la moglie del salodiano Marco Perego
L'attrice Zoe Saldaña - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
L'attrice Zoe Saldaña - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Sono considerati un test (quasi) decisivo sulla strada degli Oscar. E nonostante i Golden Globe –assegnati da una novantina di giornalisti specializzati, non solo statunitensi – coincidano solo in certe occasioni con le ben più prestigiose statuette assegnate un paio di mesi dopo dai 10.500 membri dell’Academy Award (le cui categorie sono invero molte di più e parzialmente differenti), essi indicano una direzione, o quantomeno una tendenza, che è impossibile ignorare.

Ebbene, a questo giro l’Italia esce sostanzialmente delusa per il mancato riconoscimento a Vermiglio di Maura Delpero, su cui in maniera parecchio compatta aveva puntato il comparto cinematografico nazionale nella sezione dei film internazionali. Troppo forte la concorrenza di Emilia Pérez del francese Jacques Audiard (formidabile autore, tra gli altri, di Tutti i battiti del mio cuore, Il profeta, I fratelli Sisters), che dopo aver stregato Cannes (dove ha ottenuto il Gran Premio della giuria), ha vinto sia nella sezione commedia o musical che delle opere straniere.

Colori italiani

A parziale consolazione per i colori italiani, arriva una gratificazione a Challengers, penultimo film di Luca Guadagnino (mentre è già in rampa di lancio l’ultimo nato, Queer, atteso in sala il 13 febbraio): a ottenere il Golden Globe di categoria è infatti la (mirabile) colonna sonora firmata a quattro mani dai musicisti Atticus Ross e Trent Reznor.

Curiosità geografiche dai contorni (anche) locali collegano indirettamente i film rivali: se Vermiglio (al quale residuano flebili speranze in vista dell’Oscar) è stato girato nell’omonimo comune trentino, al confine con il Bresciano, in Emilia Pérez – che l’ha sconfitto per il Golden Globe – ha brillato, e pure guadagnato il riconoscimento quale miglior attrice non protagonista, la statunitense Zoe Saldaña, recentemente vista sul Garda con il marito Marco Perego, cresciuto a Salò e a sua volta in corsa per un Oscar come regista del cortometraggio Dovecote, realizzato sull’isola veneziana della Giudecca.

Tra gli altri premi che potrebbero pesare in prospettiva Oscar ci sono quelli assegnati a The Brutalist, elegante e smisurata allegoria della modernità firmata (su «antica» pellicola 35mm) dal ragazzo-prodigio Brady Corbet e accolta a Venezia da giudizi contrastanti, che arriverà sugli schermi italiani il 6 febbraio.

Ma aprono orizzonti nuovi, rendendo particolarmente interessante la sfida per l’Oscar all’attrice protagonista, anche quelli – meritatissimi – che hanno incamerato la rinata Demi Moore (miglior interprete di una commedia o musical per The Substance) e la portentosa Fernanda Torres, miglior interprete di un dramma per Io sono ancora qui del brasiliano Walter Salles, imperdibile perla di stagione, in sala il 30 gennaio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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