«La corazzata Potëmkin»? Capolavoro da guardare, musicato dal vivo

Enrico Danesi
Martedì 8 luglio al parco del Viridarium di Santa Giulia, alle 21.30, Bruno Dorella e Nicola Manzan musicheranno live l’esemplare muto, diventato famoso in Italia grazie a Fantozzi
La scena clou della carrozzina che scende la scalinata di Odessa - © www.giornaledibrescia.it
La scena clou della carrozzina che scende la scalinata di Odessa - © www.giornaledibrescia.it
AA

Un monumento del cinema, da affrontare «senza paura di osare». È così che Bruno Dorella e Nicola Manzan si pongono rispetto a «La corazzata Potëmkin» (1925) di Sergej Michajlovic Ejzenštejn, esemplare «muto» tra i maggiori della Settima Arte, che musicheranno dal vivo nel cineconcerto di martedì 8 luglio al Parco del Viridarium del Museo di Santa Giulia (alle 21.30, biglietto 10 euro; info su nuovoeden.it o allo 030.8379404).

Il milanese Dorella (classe 1973, solista di rock alternativo, ma anche con Ronin, OvO, Bachi da Pietra) e il 49enne trevigiano Manzan (Bologna Violenta, Ronin), polistrumentisti attivi sulla scena bolognese, collaborano su più fronti, anche realizzando visionarie sonorizzazioni dal vivo. Di quelle abbiamo parlato con il primo.

Bruno Dorella - © www.giornaledibrescia.it
Bruno Dorella - © www.giornaledibrescia.it

Bruno Dorella, quando si parla di questo film, per uno spettatore italiano è forse impossibile prescindere da Fantozzi e dal suo urlo storpiato e liberatorio («Per me... la corazzata Kotiomkin... è una cagata pazzesca!») dopo una sofferta visione aziendale...

«Questa distorsione, questa sovrastruttura creata da Fantozzi mi piace tantissimo, la trovo un miracolo del cinema: ciò che ha architettato Paolo Villaggio è metacinema allo stato puro. Di fatto, “La corazzata Potëmkin” è un capolavoro di ogni tempo, che in Italia è diventato iconografico attraverso un altro capolavoro (“Il secondo tragico Fantozzi” di Luciano Salce, ndr). Musicandolo, non ci ispiriamo direttamente alla Fantozziade, ma quell’operazione resta comunque straordinaria».

Come (ri)vestite il film di Ejzenštejn?

«È tutta musica scritta appositamente, composta sulla base delle immagini. Nicola Manzan suona il suo strumento d’elezione, il violino, e io il mio, le percussioni; ma ulteriori colori vengono dall’elettronica e da altri strumenti di sintesi. Non abbiamo voluto essere fedeli a ipotetiche colonne sonore originali (ne sono state realizzate diverse, negli anni): il nostro interesse va nella direzione di offrire un respiro musicale sufficientemente epico rispetto al film e al messaggio contemporaneo che porta con sé».

Nicola Manzan - © www.giornaledibrescia.it
Nicola Manzan - © www.giornaledibrescia.it

Il film ha un montaggio esibito e velocissimo. Le percussioni sono lo strumento più adatto ad assecondarlo?

«Non so se le percussioni possano leggerlo meglio di altri strumenti, ma sono indicate per i cambi repentini di ritmo e in generale per i montaggi veloci. Quello de “La corazzata Potëmkin” era rivoluzionario per l’epoca, quasi “epilettico”. Oggi, che siamo abituati ai videogiochi, non genera forse lo stesso effetto, ma storicizzandolo e contestualizzandolo (cosa non più di moda, ma che bisognerebbe sempre fare), si riscopre la madre di tutte le pellicole a montaggio veloce».

Ha sonorizzato tanti film. Cosa le manca?

«È sempre aperto il dibattito sulla legittimità di musicare un film che abbia una propria colonna sonora importante, ma io resto dell’idea che non ci siano tabù, anche a costo di discutere con il pubblico, col distributore o col regista. Una pellicola che volevo fare è “Inferno” del 1911: ci sono riuscito e sono molto soddisfatto del risultato. Soffrendo i film che vanno troppo oltre l’ora, mi piacerebbe cimentarmi con i corti proto-erotici degli albori del cinema o con film legati a movimenti come il dadaismo o il collagismo di cinematografie “esotiche”, tipo quella georgiana: penso che lì ci siano tesori da scoprire ed esplorare».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...