«C’è ancora domani», c’è soprattutto domani

Il 25 novembre si onora la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e su Rai1 alle 21.30 arriva, due anni dopo l'uscita in sala il 26 ottobre 2023, l'occasione di vedere «C'è ancora domani» di e con Paola Cortellesi.
Il film ha incassato 37 milioni di euro in Italia e una cinquantina di milioni di dollari nel mondo; ha meritato 6 David di Donatello; 2 premi alla Festa del cinema di Roma; una ventina di giornalistici Nastri d'argento fra cui quello come Film dell'anno; ed è entrato nella Top Ten storica dei film italiani che hanno incassato di più. Esportato in oltre 20 Paesi, è stato premiato in Australia e Svezia, e in Cina pochi giorni fa ha superato un milione di spettatori e vinto come Miglior pellicola straniera l'Oscar cinese.
Vicenda di povertà, soprusi, violenza coniugale e desiderio d'emancipazione, è ambientata a Roma nel primo Dopoguerra in concomitanza con un fondativo passaggio storico-politico nazionale, «C'è ancora domani» è la chicca d'una programmazione tv che prevede vari appuntamenti e occasioni di riflessione declinata tra fiction, doc e programmi non fiction sul tema della violenza e contrasto ai femminicidi.
La programmazione a tema
In chiave di commedia spicca invece, dal 28 novembre su Prime Video, il film-tv «Natale senza Babbo» diretto dal regista salodiano Stefano Cipani che l'ha anche sceneggiato con Michela Andreozzi e Filippo Macchius, con un cast che annovera Alessandro Gassmann, Luisa Ranieri, Caterina Murino e Valentina Romani, rispettivamente nei panni di Babbo Natale, sua moglie, la Befana e Santa Lucia. Pur d'ambientazione natalizio-fantastica su un Babbo Natale che, stressato, rinuncia al proprio compito tradizionale e se ne va in vacanza lasciando alla moglie di trovare una soluzione alternativa, ha una forte sottotrama ideologica e femminile se non femminista. C'è infatti una... Sorellanza che scatta tra Margaret, moglie del recalcitrante Babbo Natale, e le apparenti di lui concorrenti Befana e Santa Lucia. «Nessun lavoro è solo maschile o femminile» è l'assioma e perciò se Babbo Natale si dà, ecco che la solidarietà femminile delle abili «supplenti» può ben risolvere il problema. A dire che il primo passo a prevenire la violenza sulla donna è riconoscerne e rispettarne identità e parità.
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