In un film con Russell Crowe spuntano le carte da briscola bresciane

Brescia, con le sue carte da gioco, è finita curiosamente dentro un film internazionale disponibile su Prime Video. In «Prizefighter – La forza del campione», biopic del 2022 dedicato alla vita del pugile inglese Jem Belcher diretto da Daniel Graham, c’è infatti una scena che non è passata inosservata al pubblico più attento. Ambientato nell’Inghilterra dei primi anni dell’Ottocento, il film racconta l’ascesa e la caduta di uno dei più celebri pionieri del pugilato moderno, interpretato dall’attore Matt Hookings, e vanta nel cast nomi come Russell Crowe e Ray Winstone. La storia segue le vicende sportive e personali di Belcher, tra sfide sul ring e drammi privati, portando sullo schermo l’epopea di uno dei primi grandi campioni del mondo della boxe.
In una scena, i personaggi si sfidano a carte e l’occhio attento di un lettore che lo ha segnalato alla redazione del GdB ha notato un dettaglio che non poteva passare inosservato a chi conosce la tradizione locale: sul tavolo compaiono proprio le carte bresciane, le stesse che ancora oggi si usano per giocare alla cicera bigia, ma anche a briscola e briscolone. Un’inquadratura fugace ma sufficiente per distinguere i tipici denari dello storico mazzo.
Le carte bresciane

Le carte bresciane rappresentano un unicum tra le varianti regionali italiane. A differenza della maggior parte dei mazzi, composti da 40 carte, quello bresciano conta 52 carte: un formato più ampio pensato proprio per la cicera, gioco molto simile alla scopa e da sempre praticato nelle osterie e nelle case della nostra provincia.
Non solo: le carte bresciane sono anche le più piccole d’Italia, con dimensioni di circa 43 per 88 millimetri, più strette rispetto ad altri mazzi regionali. Ai semi classici – coppe, denari, spade e bastoni – si aggiunge una vivace tradizione popolare fatta di soprannomi dialettali che rendono ogni partita più colorita: il fante di coppe diventa così il «fant cagnì» (per il cane bianco che ha vicino) o «fant gop» (gobbo, per il mantello che ha sulle spalle), mentre il due di spade è conosciuto come la «du fì» (due fino).
È curioso pensare che proprio questo mazzo, nato per un gioco tipico della nostra terra, sia finito sul tavolo da gioco di un film internazionale ambientato in Inghilterra. Una svista della produzione o una scelta estetica? Poco importa: resta la simpatia per il fatto che una tradizione tutta bresciana abbia trovato spazio sullo schermo di Prime Video.
Segno che, anche a distanza di secoli e a migliaia di chilometri, Brescia sa ancora una volta ritagliarsi un posto da protagonista nel cinema e nelle storie raccontate sul piccolo e grande schermo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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