Non solo «Il magnifico cornuto»: tutti i film girati a Brescia

Brescia si prepara a tornare protagonista del mondo del cinema, grazie al programma di Venezia Classici 2025, la sezione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica dedicata ai grandi restauri e alla riscoperta del patrimonio. Nell’elenco dei film scelti per quest’anno, trova posto anche «Il magnifico cornuto» di Antonio Pietrangeli, una scelta che non è soltanto un omaggio al talento del regista e al carisma dei suoi interpreti, ma anche un’occasione per riportare sotto i riflettori la città di Brescia, che in quella pellicola del 1964 riveste un ruolo centrale non solo come sfondo, ma come vera e propria coprotagonista.
Il film
Il film, interpretato da Ugo Tognazzi e Claudia Cardinale, racconta con toni brillanti e venature malinconiche le ossessioni borghesi sul tema del tradimento. Doveva essere inizialmente ambientato a Cremona, ma fu proprio la vitalità di una Brescia in pieno boom economico a convincere Pietrangeli a spostare la produzione. Il risultato sono immagini memorabili del centro storico, dalla Rotonda al Duomo passando per il Broletto: un documento prezioso di una città drasticamente modificata nel corso degli anni, ma che proprio grazie a questa selezione veneziana tornerà visibile su uno dei palcoscenici più prestigiosi del cinema mondiale.

Accanto al film di Pietrangeli, il programma 2025 di Venezia Classici propone una selezione di 18 restauri in anteprima mondiale, con titoli che vanno da «Lolita» di Stanley Kubrick a «Kwaidan» di Masaki Kobayashi, fino a opere da riscoprire come «Roma ore 11» di Giuseppe De Santis, «Ti ho sposato per allegria» di Luciano Salce e «Quel treno per Yuma».
Brescia città cinematografica
Quella di «Il magnifico cornuto» è però solo una delle tante occasioni in cui Brescia e il suo territorio sono finiti davanti alla macchina da presa. A partire proprio dagli anni Sessanta, la città e la provincia sono state scelte da numerosi registi italiani e internazionali, attratti dalla varietà dei paesaggi, dal fascino dei centri storici e – in più di un caso – dalla suggestione della Mille Miglia. È il caso, più recente, di «Ferrari» di Michael Mann, che nel 2022 ha trasformato il centro di Brescia in un set internazionale attirando l’attenzione di stampa e curiosi. La produzione ha ricreato l’atmosfera della Mille Miglia degli anni Cinquanta in Piazza Vittoria, con comparse in costume d’epoca, auto storiche e allestimenti filologici curati nei minimi dettagli.
La trama
Il film, con Adam Driver nei panni di Enzo Ferrari e Penélope Cruz in quelli della moglie Laura, racconta un momento cruciale nella vita del fondatore della casa automobilistica modenese, diviso tra crisi personale, difficoltà imprenditoriali e l’edizione del 1957 della storica corsa. Le riprese a Brescia sono durate diversi giorni e hanno coinvolto decine di operatori, tecnici e figuranti locali, restituendo alla città un'immagine vivida del proprio passato. È stato uno degli eventi cinematografici più significativi degli ultimi anni per il territorio, sia per la rilevanza del regista e del cast, sia per l’impatto mediatico e logistico delle lavorazioni. «Ferrari» è stato presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2023 e ha contribuito a riportare l’immagine di Brescia sulle cronache internazionali, non solo come punto di partenza della Mille Miglia, ma anche come location cinematografica di grande valore.
Altre pellicole
Restando in tema, nel 2014 anche «Rosso Mille Miglia» di Claudio Uberti è stato interamente ambientato tra Franciacorta e città, con la gara come metafora di un viaggio esistenziale. Dalle stesse zone arriva anche «Sentirsidire» di Giuseppe Lazzari, che affronta tematiche sociali delicate calandole nel contesto urbano di Brescia Due, Parco Ducos e piazzetta Vescovado; e sempre in Franciacorta è stato girato anche «Francesca e Nunziata» di Lina Wertmüller, adattamento del romanzo di Maria Orsini Natale, con protagoniste Sophia Loren e Claudia Gerini. Lo sguardo critico sulla realtà è anche quello di Marco Tullio Giordana, che ha scelto Brescia per due dei suoi film: «Quando sei nato non puoi più nasconderti», con riprese in Piazza Vittoria, e «Nome di donna», girato a Villa Mazzucchelli a Mazzano, per raccontare la lotta contro le molestie sul lavoro.
Sul versante del poliziesco, due cult degli anni Settanta come «La polizia sta a guardare» e «La polizia chiede aiuto» hanno ambientato inseguimenti e indagini tra le vie del centro, il Broletto, la tangenziale sud e scuole locali.
Altre zone
Anche il lago di Garda e le zone limitrofe hanno accolto negli anni decine di produzioni. A Sirmione sono stati girati successi come «Chiamami col tuo nome» di Luca Guadagnino e «Addio fratello crudele» di Patroni Griffi. Gardone Riviera è stata teatro de «Il cattivo poeta» di Gianluca Jodice, ambientato al Vittoriale, mentre i tornanti della Strada della Forra sono stati il set dell’inseguimento iniziale di «007 - Quantum of Solace» secondo film con Daniel Craig nei panni di James Bond. Tra Limone, Salò, Riva e la sponda veronese, il Garda ha ospitato anche produzioni internazionali come «The International», «Letters to Juliet» e numerose pellicole tedesche.
In Valle Camonica
Non mancano infine film ambientati in Valle Camonica, come «Il tempo si è fermato» di Ermanno Olmi e «Camuni» di Bruno Bozzetto, o in piccoli borghi della Bassa come Borgo San Giacomo, set del premiato «Volevo nascondermi» di Giorgio Diritti. Sempre in Valle Camonica, più precisamente a Bienno, è stato girato «La lingua dei furfanti» di Elisabetta Sgarbi con Toni Servillo, un’opera a metà tra cinema e linguistica che esplora con toni poetici e ironici il lessico del dialetto e delle comunità locali.

A proposito di territorialità, sulla parte trentina del Passo del Tonale, è stato ambientato il film italiano più importante del 2024: «Vermiglio» di Maura Delpero, arrivato ad un passo dalla cinquina degli Oscar come Miglior film straniero, è stato girato in Val di Sole, ma per accento e temi (come l’importanza di Santa Lucia per i bambini), può comunque essere considerato molto vicino alle ambientazioni bresciane, un «cugino» da vedere e rivedere, esaltato da uno straordinario percorso nella stagione dei premi.
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