«Stregato da Ducoli e dalla sua libertà: gli dedico un film»

Un artista la cui fama è rimasta confinata perlopiù in Lombardia, nonostante l’eccelsa qualità musicale e cantautorale. Alessandro Ducoli da Breno, per tutti «il Ducoli», è parso al regista Gianni Del Corral il personaggio ideale per inaugurare una serie di documentari (cinque, sulla carta) dedicati a figure e storie per certi versi unici, in Italia e nel mondo.
D’altronde Ducoli (classe 1971, dottore forestale, scrittore, assaggiatore di whisky e distillati, amante e collezionista di cose belle in generale) è un esempio di eclettismo inusuale nello scenario musicale nazionale, rispetto al quale – per indole e per scelta – resta comunque un appartato, un riottoso spirito libero (e rock). Nella sua quasi trentennale produzione discografica trovano spazio echi di Capossela, Buscaglione, Paolo Conte, Fabrizio De Andrè, Jannacci, Edoardo Bennato e Sergio Endrigo, se guardiamo al lato nazionale; suggestioni da Tom Waits, Mark Lanegan, Bruce Springsteen, Neil Young, Patty Smith e Willy DeVille, occhieggiando panorami esteri. Ma di materiali e suoni altrui il Ducoli fa personalissimo uso, mescolandoli con le sue creazioni autonome, tanto aver sovente proposto – a seconda delle storie inseguite e delle sonorità acchiappate – differenti alter ego, come faceva il poeta Fernando Pessoa con i suoi celebri eteronimi.
Il film e la serata
Muovendo da questo universo creativo, Del Corral ha concepito «Il Ducoli», mediometraggio che sarà presentato in anteprima nazionale sabato 29 novembre, alle 20.30, all’auditorium Admr Rock di Chiari (in via del Lavoro Artigiano 10, con ingresso libero): una serata arricchita da un dialogo tra l’autore e l’artista (moderato dal giornalista Marco Grompi), da una performance musicale dell’inscindibile duo Ducoli-Gaffurini e dal lancio di un gusto di gelato ad hoc da parte di Mauro Tononi.
Del Corral ci ha raccontato l’incontro con Ducoli e la genesi del film: «Ho conosciuto Alessandro a Tavullia, alla prima del mio documentario sui fan di Valentino Rossi. Ci ha presentati il comune amico Mauro Tononi (gelatiere franciacortino, nonché irresistibile imitatore del campione motociclistico, ndr), e da allora non ho più smesso di seguire lui e la sua musica. Immaginando ritratti di persone speciali, ho ritenuto di cominciare con lui».
Indipendenza
Del Corral ne spiega le ragioni: «Alessandro a volte si comporta da orso ma, con l’apporto mai banale di Valerio Gaffurini, scrive testi e musica di gran livello. Se non ha fatto un’altra carriera è perché – nonostante la passione per la musica – le sue priorità restano altre, il bosco sopra tutte. È l’ultimo dei veri indipendenti, disposto a scherzare sul fatto che altri non ce ne sono, perché anche quelli che si professano tali, salgono sul carro mainstream appena possono, alla faccia della libertà e della coerenza».
Come raccontare il Ducoli è stato scelta facile: «Se fossi arrivato in Val Camonica – spiega del Corral – con troupe robusta e copione definito, avrei forzato le cose. Ho scelto di filmare da solo, con cinepresa a spalla, e lasciare che il vero Ducoli uscisse con calma, direttamente o attraverso interventi di amici e colleghi, che guardano spesso in macchina, come se parlassero allo spettatore». Chiosa il filmaker: «Ne ho montate due versioni: una più asciutta, un’altra con più voci. A Chiari si vedrà la seconda».
Abbiamo sentito anche il Ducoli, contento dell’operazione, ma pronto a ridimensionarla, con l’abituale modestia di chi non se la tira: «È stato bello, ma chissà se potrà interessare a qualcuno…». Su questo non abbiamo dubbi: se ancora non lo conoscete, il film è un buon approccio per avvicinarsi al suo mondo, prima di farsi travolgere dalla sua musica e dalla sua energia.
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