Cultura

A Chiari Di Battista show: Berlusconi, guerre e attacco al potere

Lo scrittore ha presentato il suo ultimo libro a Villa Mazzotti davanti a circa 300 persone
Alessandro Di Battista - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
Alessandro Di Battista - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
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 L’aveva già raccontato, ma l’aneddoto che ricorda di quando si trovò in accappatoio con davanti Fabio Fazio negli studi Rai di «Che tempo che fa» genera sempre una certa ilarità. Così è stato anche ieri a Chiari, alla Rassegna della microeditoria, con circa 300 persone ad assistere. Quello in accappatoio, qualche anno fa, era Alessandro Di Battista, che in quell’occasione fu invitato ad «andarci piano» dal conduttore che adesso si trova sul Nove. L’ex deputato del Movimento 5 stelle al tempo in diretta disse che Berlusconi aveva pagato la mafia. «D’altronde – conferma adesso – a me piace prendermela con i potenti». Ed è stato questo in effetti il filo logico di quello che poi si è tradotto in un quasi show nel tendone di Villa Mazzotti. Tra il serio e il faceto, a tutti gli effetti.

In molti hanno partecipato all'incontro con Alessandro Di Battista - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
In molti hanno partecipato all'incontro con Alessandro Di Battista - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it

Con la collaborazione del giornalista Alex Corlazzoli, Di Battista è passato dagli attacchi alla stampa ai momenti passati con gli amici e i colleghi del M5s. Dalle battute su Fassino al rapporto con il papà fascista (e anche candidato in una lista del Movimento sociale italiano). E poi i temi globali. La Russia, Israele e la Palestina. La destra e la sinistra. Anche la possibilità di ricandidarsi e il giochino «chi butti giù dalla torre», ma vedremo dopo se si è salvato Luigi Di Maio o se è sopravvissuto Giuseppe Conte. Insomma, tutto ciò che fa discutere. Del resto a Chiari presentava il suo ultimo libro, «Democrazia deviata. Perché non ha più senso parlare del governo del popolo», che ha scritto – specifica – «per comprendere i meccanismi di un sistema potente e organizzato, che solo così, forse, può essere sconfitto».

Scomodo

Ma partiamo dall’inizio. Cosa fa Alessandro Di Battista ora? «Politica al di fuori delle istituzioni – spiega –. Cerco di prendere delle posizioni, di fare battaglie quando è scomodo farlo». Ma con l’associazione culturale «Schierarsi» promuove anche iniziative popolari. «Faccio tutto quello che fa l’opposizione senza prendere finanziamenti pubblici», sintetizza. Poi giusto il tempo di dire che gli piace anche fare il padre e odia la parola «mammo», prima di prendersela con i gruppi editoriali. «In generale gli editori utilizzano i loro possedimenti mediatici per tutelare altri business, che nulla hanno a che vedere con la libertà di informazione», racconta l’ex deputato precisando come serva «uno sforzo collettivo dal punto di vista informativo, approfondendo e non fidandoci perché ci fregano con grande capacità».

L'ultimo libro di Alessandro Di Battista - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
L'ultimo libro di Alessandro Di Battista - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it

I media che stanno raccontando e raccontano le guerre di oggi. «Quella in Palestina non è una guerra – specifica immediatamente –. È un genocidio sionista: il sionismo è il cancro del mondo». Nel libro, infatti, parla di «suprematismo ebraico». Mentre su ciò che accade in Europa puntualizza: «Vogliono costruire in noi il nemico russo, lo spauracchio. Ma ai russi non interessa minimamente invadere l’Europa». Riprendendo la guerra del Vietnam e la seconda invasione americana in Iraq, Di Battista spiega che i due conflitti più distruttivi dopo la seconda guerra mondiale sono nati da menzogne. Per lo scrittore è la stessa cosa che sta succedendo oggi: falsità per spingere «il piano di riarmo voluto da Ursula von der Leyen, che è la più grande operazione di speculazione finanziaria che riguarda l’Europa. Ci fanno credere che è importante tagliare le pensioni e la sanità per comprare le armi».

Poi, come detto, il padre fascista, che lo ha però avvicinato alla causa palestinese. E il padre putativo Gianroberto Casaleggio, definito «un cittadino perbene, che ha deciso di impegnarsi per tentare di cambiare questo paese, senza avere nulla in cambio, ma perdendo tantissimo. Una delle persone migliori che abbia mai incontrato». Allo stesso modo anche Beppe Grillo è stato fondamentale per Di Battista. «Sono volati insulti quando ha provato a convincermi della bontà del governo Draghi – dice sorridendo –. Ma anche lui ha tentato di costruire qualcosa».

Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Alessandro Di Battista non si definisce né di destra né di sinistra. Anzi, ricorda che adesso lo scontro non è più tra queste due parti, ma tra chi sta sotto e chi sta sopra. «Noi stiamo sotto e dobbiamo prendercela con chi sta sopra». Anche per questo forse lo rivedremo dentro le istituzioni con l’associazione «Schierarsi».

Lo scrittore ha ammesso di aver votato in passato sia per il Pd che per Emma Bonino. «Anche io ho commesso degli errori», il suo commento. Gli stessi errori che ha commesso Luigi Di Maio: è proprio lui che decide di buttare giù dalla torre. «Non è stato solo un tradimento politico, ma anche personale».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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