Capitali culturali, Pepe: «Dalla Roma antica un’eredità morale da trasmettere»

Se Brescia quest’anno è Capitale italiana della cultura insieme a Bergamo, lo è anche grazie ai tesori ereditati da Roma: il Parco archeologico che conserva reperti e beni monumentali dell’antica Brixia è uno dei più importanti d’Italia. È naturale, quindi, che la Fondazione Teatro Grande inizi parlando di «Roma e l’eredità classica» il viaggio nelle «Capitali culturali» a cui è intitolato il ciclo delle cinque «Lezioni di storia» proposto anche quest’anno nel teatro cittadino, in collaborazione con editori Laterza.
Sabato prossimo, 28 gennaio, alle 11 sarà sul palco del Teatro Grande Laura Pepe, docente di Istituzioni di diritto romano e Diritto greco antico all’Università degli Studi di Milano. L’affiancherà l’attrice Elena Vanni. Nelle settimane seguenti saranno raccontate Venezia (Alessandro Marzo Magno, 4 febbraio), Parigi (Valerio Magrelli, 11 febbraio), San Pietroburgo (Paolo Nori, 18 febbraio), San Francisco (Alberto Mario Banti, 4 marzo). I biglietti per ogni lezione costano 10 euro, il carnet per 5 incontri 40 euro (sconto 50% per studenti); sono in vendita alla biglietteria del Teatro Grande e online su vivaticket.it e teatrogrande.it.
Prof.ssa Pepe, come affronterà il tema dell’eredità di Roma antica?
Quello di eredità è un concetto abbastanza scivoloso, soprattutto se riferito a Roma. Esordirò parlando delle appropriazioni indebite: l’abuso della romanità da parte del fascismo, e oggi da parte di movimenti estremisti. Cercherò di chiarire che ci sono cose che noi dobbiamo tutelare in quanto eredi e trasmettere ai posteri, e altre che vanno studiate con lo spirito distaccato dello storico.
Qual è, allora, l’eredità da mettere in rilievo?
Roma ha lasciato molte eredità tangibili e morali. Le prime sono ovviamente quelle scritte nel paesaggio, ossia i resti archeologici; la nostra lingua derivante dal latino; il diritto, nel quale i Romani ci hanno lasciato un alfabeto che abbiamo poi trasformato in sintassi. Ci sono poi eredità morali che spesso tendiamo a sottovalutare, soprattutto nel campo della politica. Il modello repubblicano presupponeva un ideale del buon cittadino e del buon politico che forse abbiamo un po’ dimenticato.
Princìpi come il culto dell’onore e della virtù possono avere una "traduzione" contemporanea?
Gli storici hanno sempre messo in luce come la grandezza di Roma fosse imputabile soprattutto alla "virtus", al valore dei cittadini e delle persone che la governavano, alla cura del bene pubblico anteposta agli interessi privati. Nella lezione bresciana mi chiederò se lo stesso culto della "virtus" e dell’onore esistano oggi, non soltanto nei governanti ma anche nei cittadini. Nel I secolo d.C., Tito Livio diceva che si era arrivati a un punto nel quale Roma non reggeva né i suoi vizi, né i rimedi a quegli stessi vizi. Siamo anche noi a questo punto? Non darò una risposta, ma inviterò alla riflessione...
Anche l’universalismo di Roma può insegnarci qualcosa?
Quella romana era una società di dominatori, ma anche estremamente inclusiva. L’editto di Caracalla del 212 d.C. estese la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell’Impero. Questo fu uno dei fattori che consentirono all’Impero romano di sopravvivere tanto a lungo. Se i Greci crollarono di fronte al primo impero con il quale si scontrarono, quello macedone, ciò fu dovuto anche al fatto che erano chiusi nel loro particolarismo. Il messaggio di Roma è molto diverso, e dovremmo prendere spunto da esso.
Quanto fu modificata la cultura romana dall’incontro con la Grecia?
Roma divenne una città più raffinata, soprattutto dal punto di vista intellettuale. Ma rimane una differenza profonda tra i due popoli. Con una battuta: per i Greci contava il mito, per i Romani il rito. I Greci sono più concentrati sull’introspezione, la ricerca filosofica delle origini delle cose. I Romani sono un popolo molto più pratico, e infatti eccellono là dove i Greci sostanzialmente falliscono: nelle opere di ingegneria, nella struttura dell’esercito e nella creazione del diritto.
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