Camihawke e Willwoosh fanno molto ridere anche dal vivo

Guance che tirano e occhi umidicci (di lacrime da risata) dall’apertura alla chiusura del sipario. È successo al pubblico del Teatro Clerici che mercoledì sera ha assistito a «Avanguardia pura» di Camilla Boniardi e Guglielmo Scilla (aka Camihawke e Willwoosh). Pur non essendo soldout, lo spettacolo ha portato in platea centinaia di fan. Perlopiù donne millennial (il target dei due è quello), con qualche incursione di accompagnatori o di genuini seguaci dell’altro genere.

Dicevamo: «Avanguardia pura» fa molto ridere, e lo fa per tanti motivi. Primo: non è stand up comedy, come forse qualcuno si sarebbe aspettato dopo il primo lavoro di Camihawke, «Il saggio di fine anno, ma i due interpretano comunque loro stessi. Non essendo attori nel senso più stretto del termine (sono personaggi social e creator), questo è essenziale: il pubblico cerca loro e la loro amicizia, loro e i loro sketch, più che la pura interpretazione. Secondo: le loro comicità si fondono molto bene. Lo spettacolo gioca proprio su questo, peraltro: su un copione non condiviso e sul percorso di creazione di una pièce che li trova sempre in disaccordo. Se Camilla è bravissima nell’esagerare il suo essere milanese, millennial e femminista, Gugliemo è un ottimo attore caratterista che caratterizza se stesso (e in questo caso un Dante woke) portando la compagna di palco a caratterizzare a puntino pure lei stessa. E anche sugli intoppi sanno surfare bene: un microfono non funzionante diventa subito opportunità di improvvisazione.

La foto della locandina dello spettacolo di Camihawke e Willwoosh

Il testo è farcito di riferimenti alla cultura pop, a quella dei social e alla società moderna, ed è questo a fare ridere. Ma anche sorridere malinconici, perché i riferimenti agli sfarzi dei primi anni Duemila – da «Tre metri sopra il cielo» a Eminem – sono scelti con cura per stimolare quella nostalgia che piace sempre ai trentenni. Che alla fine – insieme ai ventenni che a metà spettacolo googlavano «Federico Moccia» – hanno applaudito con il cuore.