De Santis a Brescia: «A Capodanno vi farò ridere con la mia squadra»

Un comico garbato e che non se la tira, ma dalle battute folgoranti, per il Capodanno al Teatro Clerici. Per Uccio De Santis, attore e cabarettista pugliese, classe 1965, reso celebre dalla sitcom «Mudù – Risate dal Sud», l’approdo a Brescia ha il sapore della prima volta artistica, sebbene la nostra città non gli sia estranea, considerato che ci vive la sorella: l’appuntamento con «Speciale Capodanno – Tutto il meglio di Uccio De Santis & Co» è il 31 dicembre, alle 22, con lo show che ovviamente integrerà brindisi di mezzanotte e panettone (in via San Zeno 168; biglietti da euro 36 a euro 57,50 più commissioni).
Uccio, la sua è una comicità di squadra, che può contare su collaboratori affiatati, che insieme a lei hanno conquistato platee sempre più vaste. Quali dei suoi tanti compagni d’avventura l’accompagneranno a Brescia?
«Ci saranno Umberto Sardella, Antonella Genga e Giacinto Lucariello, tre colonne al mio fianco da anni. Se ci sono dei complimenti che non mancano mai rispetto ai miei spettacoli, sono quelli rivolti al gruppo, una cosa che mi rende orgoglioso. La squadra completa è più numerosa, ma ho dovuto fare delle scelte tenendo conto del programma, che porta in scena alcune delle gag più divertenti del mio repertorio».
Tra il pubblico troverà parte della sua famiglia…
«Quando ha saputo che salivo a Brescia per Capodanno, mia sorella mi ha detto: “Che regalo, vieni apposta per me!…”. Ho dovuto ammettere: “Non ti vorrei deludere, ma è un caso…”. Alla fine, è però vero che passeremo il Capodanno insieme. Solo, anche con tanta altra gente (ride, ndr)…»
Ha fatto una lunga gavetta, come ormai non capita quasi più, dalle tv locali pugliesi a quelle nazionali, dalle saghe di paese ai teatri nazionali. Contando su sé stesso e ora sul potere di accelerazione garantito dai social…
«Un percorso forse fin troppo lento… Mai avuto la fortuna di trovare un produttore che aprisse porte, che investisse su di me, com’è capitato ad altri. Ma non mi lamento, perché ho messo radici che non possono essere scosse dal primo colpo di vento; e non mi sento certo arrivato, perché ci sono nuovi traguardi da conquistare, cose nuove da sperimentare e scoprire. Nel 2026 ho date fissate in cinquanta teatri italiani, una soddisfazione impagabile».
Come si fa il salto?
«Credo che ci voglia talento, applicazione e fortuna. Ma, oggi, necessariamente, anche la visibilità offerta dai social».
A chi la conosce attraverso tv, cinema e rete, che invito rivolge per vederla a teatro?
«Venite, sarà uno shock! Portate con voi la voglia di divertirvi, il resto ce lo mettiamo io e la mia squadra. Finalmente ho l’opportunità di far vedere a teatro una comicità che nasce per il palco: dal vivo, col pubblico, si possono fare tantissime cose, anche scambiarci i ruoli… Senza dimenticare che la situazione è particolare, perché c’è una festa da celebrare».
Quali comici la fanno ridere?
«Rido poco, anche se vado a vedere tutti, per confrontarmi, capire, imparare. Uno che mi diverte tanto, che trovo bravissimo, è Enrico Brignano. Andando più indietro nel tempo, Celentano, straordinario. Faccio meno fatica a dire cosa non mi piace: la comicità forzata ed esasperata. A me piace far ridere con le espressioni, la mimica, la postura. E anche con i tempi sospesi, i silenzi, la battuta che arriva improvvisa».
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