Cultura

Bonvicini: «Le notti passate a scrutare il mare dalle navi delle Ong»

Anita Loriana Ronchi
A Librixia presenta oggi il libro in cui racconta l’incontro con due bimbi migranti dalla Costa d’Avorio
Caterina Bonvicini oggi è a Librixia © www.giornaledibrescia.it
Caterina Bonvicini oggi è a Librixia © www.giornaledibrescia.it
AA

«Molto molto tanto bene» (Einaudi) è il titolo dell’ultimo libro della scrittrice bolognese Caterina Bonvicini. Un gergo un po’ sgrammaticato, risultato della sovrapposizione fra asserzioni e aggettivi che vanno a comporre quasi un nuovo «lessico familiare», per citare Natalia Ginzburg. Lo sfondo è lo stesso di «Mediterraneo» (Premio Maretica 2022): siamo a bordo delle navi umanitarie che soccorrono i migranti, al centro di tante polemiche e narrazioni avverse. Tra le onde di un mare di straordinaria bellezza si consumano tragedie spesso senza nome, ma s’intrecciano anche legami e si scoprono incontri che in un altrove, chissà, non avrebbero mai potuto avvenire. L’autrice ne parlerà oggi alle 18.30 all’auditorium San Barnaba all’interno di Librixia, in dialogo con Giorgio Bardaglio, vicedirettore del Giornale di Brescia.

Caterina Bonvicini, perché «Molto molto tanto bene»?

È la frase che pronunciava Amy, una bambina di cinque anni conosciuta durante un salvataggio al largo. Dopo lo sbarco, ci sentivamo al telefono, le dicevo “Ti voglio tanto bene” o “Ti voglio molto bene”; ha fatto due conti e messo tutto insieme, pensando che alla fine fosse qualcosa di più! Lei e il suo fratello gemello sono stati molto importanti nella mia vita: due bambini meravigliosi, originari della Costa d’Avorio, che sono venuti a stare con me, finché la mamma, giovanissima, ha deciso di portarli in Germania. Il titolo allude anche al fatto che è sempre difficile sapere qual è il nostro bene, figuriamoci quello degli altri. Ci si chiede cos’è fare del bene, qual è il limite oscuro del farlo.

È un libro autobiografico, potremmo dire il seguito ideale di «Mediterraneo»?

Certamente, e quella che racconto è una storia vera, anche se romanzata, infatti nomi della nave e dell’equipaggio sono di fantasia. Sono partita diverse volte con le Ong, ho fatto salvataggi in mare, svolto le esercitazioni ed eseguito le manovre necessarie; ho passato notti insonni sul ponte a scrutare le acque… “Mediterraneo” era un reportage, ma io non sono una giornalista e qui torno al mio mestiere, che da 25 anni è quello di scrittrice.

So che è stata Michela Murgia ad ispirarla per intraprendere questa esperienza.

Lei per le Ong ha fatto veramente tanto, era una sua battaglia. Aveva creato un gruppo, “Corpi”, di cui facevano parte tanti scrittori e scrittrici. Quando nell’ottobre 2018 la rete Mediterranea ha messo in mare la nave Mar Jonio, lei, Sandro Veronesi e altre personalità della cultura si sono esposte in prima persona. Elena Staccanelli è partita prima di me; io, dopo aver riflettuto, ho deciso di partire a mia volta, con l’aiuto di Michela che faceva anche da cassa di risonanza dei miei resoconti su Radio Capital. Ogni volta, prima di imbarcarmi andavamo a cena assieme: era come un rito scaramantico, un portafortuna.

Quali sono gli aspetti che più l’hanno toccata nelle sue missioni con le Ong?

In generale i bambini, la loro tristezza e felicità, l’enorme capacità che hanno di superare qualsiasi cosa. Anche i rapporti molto belli che si instaurano con i soccorritori e le soccorritrici. Ci tengo a precisare una cosa, a proposito di una certa criminalizzazione delle navi umanitarie: non è assolutamente vero che le Ong sono d’accordo con i trafficanti di esseri umani, è una calunnia vergognosa e chi lo dice non sa nemmeno che queste imbarcazioni non si trovano davanti alla Libia, ma a 30 miglia di distanza, in acque internazionali dove operano con gli aerei da ricognizione e con strumenti che forniscono le coordinate. Tutto è fatto in totale trasparenza e viene tracciato in condivisione con la guardia costiera italiana, libica, maltese.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.