Nel caveau della Queriniana ci sono 4 libri antichi preziosissimi

Tra i tesori della biblioteca bresciana ci sono un evangeliario color vinaccia e la prima edizione a stampa della Commedia di Dante, ma anche un Canzoniere illustrato e un evangelistario: a illustrarli è l’esperto Ennio Ferraglio
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Alla scoperta dei gioielli della Queriniana
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Alla biblioteca Queriniana è conservato un patrimonio librario di straordinario valore storico. Di solito, però, è non accessibile pubblicamente: i volumi più preziosi vengono infatti esposti solo in occasione di mostre o visite guidate. Tra quelli più pregiati, per esempio, ci sono due manoscritti e due edizioni antiche a stampa che raccontano la raffinatezza e la maestria dei copisti e degli stampatori e che, al contempo, restituiscono la grandezza e l’ingegno della tradizione libraria bresciana.

I volumi miniati e stampati provenienti dai caveau della Queriniana - © www.giornaledibrescia.it
I volumi miniati e stampati provenienti dai caveau della Queriniana - © www.giornaledibrescia.it

Dai caveau all’interno dell’edificio in via Mazzini questi quattro volumi si sono spostati per qualche minuto nelle sale al primo piano: è qui che Ennio Ferraglio, responsabile della gestione dei fondi antichi delle biblioteche di Brescia, ha illustrato le quattro opere che stupiscono non solo per la straordinarietà del contenuto, ma anche per la raffinatezza dei materiali e per i primati che rappresentano. Per esempio: è proprio bresciana – e si trova in Queriniana – la prima edizione a stampa della Commedia di Dante.

L’evangeliario purpureo

Tra i manoscritti più preziosi conservati, studiati e custoditi nel deposito della biblioteca Queriniana c’è prima di tutto l’evangeliario purpureo della seconda metà dell’XI secolo. Purpureo lo è letteralmente e completamente, e non solo per la sua copertina: a essere color vinaccia sono le sue pagine in pergamena di agnello, arricchite da un testo in oro e argento. Un codice interessante, dunque, non solo dal punto di vista storico, ma anche per la qualità dei materiali e la raffinatezza della decorazione. Nello specifico, spiega Ferraglio, si tratta di un evangelario ariano, legato all’eresia cristiana di Ario. Le pagine, di una tonalità del bordeaux, erano considerate simbolo di regalità e sacralità.

L'evangeliario purpureo - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
L'evangeliario purpureo - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

Analisi scientifiche hanno rivelato che la tinta – perdipiù – non deriva dal tradizionale murice (il mollusco usato nell’antichità per ottenere la porpora), ma da un lichene, una scelta piuttosto rara. La pergamena tedesca su cui sono scritti i testi, poi, si distingue da quella italiana per la tonalità più gialla e la consistenza più rigida.

L’evangelistario per la preghiera

Il secondo manoscritto, di origine benedettina e proveniente da un monastero sulle rive del lago di Costanza, raccoglie le letture delle messe dell’anno liturgico. È quindi un evangelistario impreziosito da un apparato decorativo molto ricco, con miniature che avevano la funzione di stimolare la meditazione e la formazione spirituale e intellettuale di chi leggeva. «Un libro di tale luce e colore – dice Ferraglio – rappresentava un oggetto eccezionale: il miniatore, pur non vedendo nella realtà simili sfumature, le ricreava con gli occhi dello spirito». L’opera, destinata alla preghiera, aveva dunque anche una funzione meditativa, capace di elevare l’anima e lo spirito di chi la osservava.

Ennio Ferraglio mostra l'evangelistario - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Ennio Ferraglio mostra l'evangelistario - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

Entrambi i codici, specifica, «provengono dal monastero di Santa Giulia. Attorno all’evangeliario purpureo si è sviluppata anche una leggenda: il suo aspetto regale (la porpora, l’oro e l’argento) avrebbe legato il volume alla regina Ansa, fondatrice del monastero. Ecco perché il codice rimase a lungo nel tesoro del complesso monastico fino alla sua soppressione».

Il Canzoniere di Petrarca del 1470

Il terzo volume ha un carattere civile e letterario: è una edizione veneziana del 1470 del Canzoniere di Francesco Petrarca. Si tratta della prima edizione a stampa dell’opera petrarchesca, prodotta da uno stampatore tedesco emigrato a Venezia.

Il Canzoniere illustrato in Queriniana - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Il Canzoniere illustrato in Queriniana - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

Questo esemplare è unico tra quelli giunti fino a noi perché corredato da un apparato iconografico completo. Le illustrazioni, peraltro, furono realizzate non da un miniaturista professionista, ma dal poeta Antonio Griffo. Verseggiatore itinerante, frequentò molte corti dell’Italia settentrionale e ammirava profondamente Petrarca. Le sue illustrazioni risultano quindi meno sontuose di quelle più classiche dei primi testi a stampa, ma sono perfettamente conservate.

Griffo decorò le pagine con una sequenza di immagini narrative che accompagnano e reinterpretano i testi poetici, creando una sorta di album illustrato del rapporto spirituale e amoroso tra Petrarca e Laura. Le miniature, di gusto un po’ naïf ma vivacissime, rendono questa copia un esemplare di straordinaria freschezza e originalità.

La Commedia di Dante

Il quarto volume è un vero primato per la storia del libro: la prima edizione illustrata a stampa della Commedia di Dante Alighieri, realizzata a Brescia nel 1487 dallo stampatore Bonino Bonini. Se si esclude il tentativo fiorentino del 1481, mai completato, questa è la prima edizione integrale del poema dantesco. Contiene una sessantina di xilografie, alcune a piena pagina, che accompagnano i canti delle tre cantiche.

«È anche la prima edizione della Commedia con commento unito al testo, poiché fino ad allora i commenti circolavano separatamente», chiarisce Ennio Ferraglio. «Il volume fu stampato su carta, ma presenta interventi miniati: la lettera iniziale “N” (“Nel mezzo del cammin di nostra vita”) e un fregio policromo con inserti d’oro decorano l’avvio del poema».

L'incipit della Commedia di Dante stampata a Brescia - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
L'incipit della Commedia di Dante stampata a Brescia - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

Dalla scrittura carolina al Times New Roman

I manoscritti e gli incunaboli della Queriniana sono conservati, come accennato, in un caveau all’interno dell’edificio, protetti da condizioni di sicurezza e temperatura controllate. Non sono accessibili al pubblico e vengono mostrati solo in occasioni speciali o per la consultazione da parte di studiosi e studiose autorizzati, con tutte le precauzioni conservative necessarie.

Infine, una curiosità per chi ama tipografia, font e compagnia bella: dal punto di vista grafico, i caratteri tipografici dell’epoca derivano dalla scrittura umanistica, a sua volta ispirata alla scrittura carolina. Gli umanisti avevano abbandonato la grafia gotica, considerata dura e angolosa, preferendo una forma più morbida e leggibile. Ed è proprio da questa tradizione tipografica dei primi caratteri a stampa che discende il moderno Times New Roman.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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