Arte

Paolo Novelli, a Milano una mostra per ricordare la sua arte

Giulia Camilla Bassi
A Palazzo Lombardia è stata inaugurata l’esposizione che omaggia il fotografo bresciano prematuramente scomparso a gennaio
  • A Milano la mostra dedicata a Paolo Novelli
    A Milano la mostra dedicata a Paolo Novelli - Palazzo Lombardia
  • A Milano la mostra dedicata a Paolo Novelli
    A Milano la mostra dedicata a Paolo Novelli - Palazzo Lombardia
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    A Milano la mostra dedicata a Paolo Novelli - Palazzo Lombardia
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Si è inaugurata ieri allo Spazio IsolaSET di Palazzo Lombardia a Milano la mostra «Persone e Cose», dedicata all’opera del fotografo bresciano Paolo Novelli, prematuramente scomparso lo scorso gennaio.

Curata da Roberto Mutti, con il sostegno di Massimo Minini ed Enrico Motta, l’esposizione (visitabile fino al 25 marzo, con ingresso gratuito dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19) rappresenta non solo un tributo alla carriera di Novelli, ma anche l’occasione per esplorarne l’ultima, intensa riflessione visiva, l’unica con protagonista la figura umana.

Chi era Paolo Novelli

Novelli, autodidatta, rigorosamente fedele alla fotografia analogica in bianco e nero, esplorò lungo tutto il suo percorso i temi della fragilità e dell’isolamento – non a caso Giovanni Gastel lo definì fotografo della solitudine – conquistando il riconoscimento nel campo della fotografia italiana di ricerca grazie alla coerenza e alla linearità della forma espressiva. Il suo sguardo ha saputo trasformare il quotidiano in poesia visiva, riducendo ogni immagine all’essenziale, senza fronzoli né artifici.

Massimo Minini, con cui Novelli collaborava dal 2011 e con il quale prese parte a importanti eventi del panorama artistico internazionale, tra cui Art Basel e Fotofever Paris, scrive: «La breve strada che Paolo Novelli ha calpestato nel suo passaggio porta ancora le impronte leggere ma bene definite di un artista caparbio, intransigente, essenziale. Un poeta che riduce all’osso gli svolazzi compiaciuti e filtra il reale con un finissimo setaccio che non lascia passare i meteoriti più pericolosi».

La mostra

Untitled Wall, Paolo Novelli, 1999
Untitled Wall, Paolo Novelli, 1999

In mostra si potrà osservare una selezione di fotografie, tra scatti del passato e più recenti, in cui la figura umana è presente, ma sempre in situazioni non dialogiche con chi osserva: figure di spalle, in lontananza, assorte in altre occupazioni, sospese in gesti che sta allo spettatore definire in profondità. Questa sospensione definisce perfettamente lo stile mentale di Novelli, artista in costante riflessione sul medium fotografico che, nella sua filosofia, doveva sempre impegnare lo spettatore nell’intuizione di qualcosa di nascosto e non esplicitamente espresso. I suoi scatti, simili a racconti e poesie, sono cristallizzati in un attimo di compiuta sintesi.

Tutto ciò trova espressione perfetta in mostra, in un lavoro realizzato in diverse città europee in cui però non c’è spazio né per il fascino di Parigi, né per le atmosfere di Budapest, Madrid e Amsterdam, tutte trasformate in un unico, indifferente palcoscenico per la quotidianità dell’uomo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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