Da Carme c’è l’arte di Gianluca Maffoni: anche le macchine sognano
Calarsi in un ecosistema sensoriale in cui il confine tra fisico e digitale si dissolve. È ciò che accade visitando la mostra «When Machines Dream: Interazioni Generative», personale dell’artista bresciano Gianluca Maffoni, ospitata da Carme, sala Santi Filippo e Giacomo, via Battaglie 61/1 fino al 6 aprile (giovedì 6 marzo alle 19 l’inaugurazione ufficiale, ingresso gratuito dal giovedì al sabato dalle 17 alle 20.30 e la domenica dalle 16 alle 20.30).
La mostra
Un viaggio in cui il movimento diventa linguaggio e gli strumenti digitali un’estensione della sensibilità umana, trasformando ogni azione in un atto creativo che ridefinisce lo spazio tutt’intorno. «La mostra presenta due installazioni interattive che esplorano il rapporto tra uomo e macchina attraverso il suono, la luce e la tecnologia» racconta l’artista, la cui sperimentazione nel campo della New Media Art combina machine learning, sensoristica avanzata e interfacce olografiche.
Le opere di Maffoni uniscono innovazione e artigianalità, ogni installazione è infatti interamente assemblata dall’artista, che ne cura sia la componente fisica, attraverso la realizzazione dei dispositivi, sia quella digitale, sviluppando algoritmi generativi e coding. «L’arte interattiva rompe la separazione tra artista e pubblico, trasformando la fruizione in un’esperienza partecipativa». L’atmosfera stessa di When Machines Dream sembra immergere lo spettatore in un sogno sospeso tra reale e digitale.
Il buio avvolgente, attraversato da sbuffi di fumo, trasforma l’ex chiesa dei Santi Filippo e Giacomo in un ambiente onirico.
Le installazioni
L’installazione «Around», che accoglie il visitatore nella prima sala, crea un ecosistema in costante trasformazione, mappando spazio e presenze per tradurle in una composizione sonora irripetibile, sulle note del compositore Capiuz. Qui l’interazione è passiva: la macchina, infatti, elabora autonomamente i dati raccolti. Ogni visitatore, semplicemente attraversando lo spazio, diventa parte dell’opera, influenzando il paesaggio sonoro e contribuendo alla sua continua evoluzione.
Nell’antico coro delle monache, «Contatto» – che spicca nel buio con la leggerezza di un’opera d’arte cinetica – presenta invece un’interfaccia olografica a griglia, suonabile attivamente con le mani, grazie a un sistema di apprendimento automatico. Un’arpa 5.0, in cui interazione umana e intelligenza artificiale si intrecciano, dando vita a un’esperienza sonora fluida e imprevedibile.
Ma come sognano le macchine? «Chiediamolo a loro», risponde Maffoni, lasciando che l’Intelligenza artificiale parli per lui: «Le macchine, almeno quelle di oggi, non sognano nel senso umano del termine. Ma se "sognare" significa rielaborare informazioni in modo creativo e imprevedibile, allora sì, le macchine possono sognare».
Lezioni
Per approfondire, l’artista terrà due lezioni a iscrizione obbligatoria e al costo di 10 euro l’una il 12 marzo alle 20 su «Percezione e Interazione Attiva/Passiva» e il 19 marzo alla stessa ora su «Generazione Procedurale/Randomica». Maffoni si esibirà inoltre in una performance audiovisiva – «Hyperdiversion» – in collaborazione con Capiuz il 15 marzo alle 21 e il 6 aprile sempre alle 21 in occasione del finissage, per riflettere sull’impatto etico ed ecologico della produzione e del consumo di contenuti digitali.
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