Lutto nel mondo dell’arte: è morto a 79 anni Piero Cavellini

È morto stamattina a 79 anni Piero Cavellini, uno dei protagonisti della scena artistica bresciana. Gallerista, curatore e anche editore, nel 1974 aprì la sua galleria a Brescia (lo stesso anno in cui venne inaugurata anche quella di Massimo Minini), aprendola poi anche a Milano.
Nel corso della sua carriera ha lavorato con artisti concettuali e d’arte povera, tra gli altri, occupandosi di artisti bresciani come Sarenco, Armida Gandini e Albano Morandi. Negli ultimi anni si è dedicato anche all’archivio del padre, l’artista Guglielmo Achille Cavellini, occupandosi della collezione. L’ultima mostra da lui curata – dedicata proprio all’arte di Gac – è in corso a Bagnolo Mella fino a domani, domenica 2 novembre.
La salma riposa alla casa del commiato in via Bargnani 25 a Brescia, con visite previste domenica e lunedì dalle 8 alle 19. Il funerale si terrà martedì mattina alle 10.30 alla parrocchia di Sant’Eufemia.
Il ricordo della sindaca
«È stato una figura centrale nel panorama artistico bresciano, italiano e internazionale», ha ricordato in una nota la sindaca di Brescia Laura Castelletti esprimendo – insieme alla giunta – il cordoglio e la vicinanza alla famiglia, «punto di riferimento per l’arte concettuale e per generazioni di artisti, curatori e appassionati. Attivo fin dagli anni Sessanta, Cavellini ha dedicato la sua vita alla promozione di linguaggi sperimentali e radicali, contribuendo in modo decisivo alla diffusione di ricerche artistiche che hanno segnato una svolta nella storia della contemporaneità. Con rigore, curiosità e un raro senso di responsabilità culturale, ha sostenuto e portato alla luce le voci più coraggiose e innovative del secondo Novecento. Alla guida della galleria che portava il suo nome, ha saputo rendere la nostra città un luogo vivo di confronto intellettuale. Non si è mai limitato ad organizzare mostre, ma ha costruito relazioni, aperto possibilità, custodito la memoria delle avanguardie e creato spazi in cui il pensiero potesse respirare, anche collaborando alla realizzazione di alcune edizioni di Meccaniche delle meraviglia. La sua scomparsa lascia un grande vuoto, ma la sua eredità, fatta di idee e di passione, continuerà a vivere nelle opere, nei luoghi e nelle persone che ha saputo guidare, sostenere e ispirare».
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