È morto l’artista bresciano Iros Marpicati, aveva 92 anni

Se ne è andato a 92 anni Iros Marpicati, artista colto e di raffinata sensibilità, tra le voci più originali della scena pittorica lombarda del secondo Novecento. Era nato a Ghedi nel 1933, e dopo essersi formato all’Accademia Carrara di Bergamo e poi a Brera, sotto la guida di Achille Funi, ha coltivato per oltre sessant’anni una ricerca pittorica coerente e appassionata, sempre tesa a indagare la precarietà dell’uomo nella civiltà industriale, il suo spaesamento, il suo fragile resistere.
La sua arte
Con un linguaggio riconoscibile e insieme sorprendente, l’artista si muoveva con garbo e intelligenza nell’intersezione tra figurazione e astrazione, lavorando da un lato con la talentuosa nitidezza mimetica del tratto, la cura poetica dello sfumato, la centralità del corpo umano, dall’altro con le impaginazioni severe, scandite da campiture cromatiche piatte, da geometrie essenziali, da un bianco-nero che sempre dialogava, a volte con dolcezza, a volte con violenza, con la forza primaria del colore. Ne scaturiva un equilibrio sottile, una tensione che rendeva le sue opere luoghi di contraddizione e rivelazione.
La carriera
Protagonista di una lunga carriera espositiva, densa di riconoscimenti da parte di critica e pubblico, è stato protagonista di numerose personali e collettive in Italia e all’estero. Marpicati aveva iniziato giovanissimo, nel 1957, con una personale alla galleria Spotorno di Milano. Dopo un decennio di attiva presenza sulla scena, aveva scelto un lungo silenzio, interrotto solo nel 1983 da una personale alla milanese Galleria San Michele, dedicandosi ad una operosa ricerca interiore. Poi, dal 1996 aveva ripreso ad esporre con continuità e nuove energie.

Negli anni è stato ospite di sedi prestigiose, come la Fondazione Stelline a Milano e il Chiostro del Bramante a Roma. Nel 2011 ha partecipato alla Biennale veneziana, mentre frequenti sono state in tempi recenti le retrospettive che ne hanno valorizzato la complessità, dalla grande antologica alla Casa del Mantegna alle diverse esposizioni bresciane. Nel 2023, anno di Brescia Bergamo Capitale della Cultura, è stato tra i protagonisti della mostra Presente inquieto, che celebrava le più vivaci energie artistiche del territorio.
Uomo di grande cultura, amava dipingere accompagnato dalla musica, in particolare quella dei suoi autori classici preferiti, da Bach a Mozart a Stravinskij, Wagner, Verdi e Bellini, e in particolare era appassionato di opera lirica e delle predilette interpretazioni di Maria Callas. Dalle prime prove degli anni Cinquanta fino ai cicli pittorici più recenti, come i Dormienti e i Paesaggi inospiti, Iros Marpicati ha consegnato alla pittura una visionarietà civile, in cui l’uomo appare smarrito nel paesaggio meccanico della modernità, ma mai davvero sconfitto, perché nei suoi quadri, anche nel gelo dei non-luoghi, si avverte una vibrazione lirica, un residuo di umanità che resiste, ostinata, sotto la superficie.
Attivo fino a tarda età, conservando, nonostante le fatiche del corpo, una lucida visione, ha attraversato stagioni espressive diverse senza mai cedere alle mode, fedele a un’etica dello sguardo critico ma struggentemente pietoso e a un’idea di pittura come indagine morale. Ci lascia così in eredità un’arte che vigila sul nostro destino, che ci interroga e ci consola, nel segno di un’irriducibile afflato di umanità.
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