A Padernello le Dame del Moretto e i «pitocchi» salvati dalla guerra
Una mostra suggestiva e teatrale, per rendere omaggio ad uno dei capolavori del Rinascimento bresciano, e ricordare l’operazione messa in campo a Brescia, durante la Seconda guerra mondiale, per tutelare le opere d’arte dal rischio di distruzione.
La mostra
Nelle antiche sale del Castello di Padernello, sapientemente restaurate, sabato 18 gennaio, alle 17, si inaugura la mostra «Custodire», che sarà visitabile fino al 21 dicembre 2025. Come ha spiegato Domenico Pedroni, presidente della Fondazione Castello di Padernello Ets, «l’idea muove da un capolavoro della pittura bresciana del Rinascimento, la Sala delle Dame, decorata dal Moretto, e dalla sua bottega in occasione del fastoso matrimonio tra il conte Gerolamo I Martinengo di Padernello e della marchesa Eleonora Gonzaga del ramo di Sabbioneta, che si trova in uno degli edifici privati più eleganti di Brescia, palazzo Martinengo di Padernello della Fabbrica, poi Salvadego».
Salvaguardia

Il suggestivo ambiente, la cui decorazione che simula una terrazza affacciata sul paesaggio trasforma lo spazio chiuso in una scena aperta, è stato scelto come filo conduttore della mostra, per la bellezza e i messaggi in esso contenuti, ma anche in quanto simbolo di tutto quel patrimonio artistico per il quale vennero adottate misure di salvaguardia durante i bombardamenti sulla città. In questo contesto entrarono in campo alcune delle più importanti dimore di campagna delle famiglie nobili cittadine, come Villa Fenaroli a Seniga, Villa Lechi di Erbusco, il Convento dei Carmelitani Scalzi di Adro o ancora il Collegio missionario di Saiano, «dimore che curano» e che, tra le loro mura silenziose, ospitarono opere d’arte mobili, come dipinti, sculture e suppellettili (tra loro la Vittoria Alata), testimoni delle prime operazioni di messa in sicurezza e della tutela delle opere d’arte , difendendone nel contempo la memoria e la storia ad esse legate.
La Sala delle Dame
Nel Castello di Padernello trovarono rifugio gli strappi degli affreschi della Sala delle Dame, sezionati, attraverso un’ardita operazione, dal restauratore Ottemi della Rotta coadiuvato da Paolo e Giuseppe Bertelli. Il maniero fu anche fondamentale per la protezione dei grandi teleri dedicati ai «pitocchi», brani di vita quotidiana che Giacomo Ceruti seppe trasformare in scene di grande forza espressiva.
«Siamo felici di inaugurare il ventesimo anno dalla nascita della Fondazione con una mostra simboleggia la nostra filosofia e il lavoro fatto in questi anni a Padernello – ha concluso Pedroni –. Anche noi ci sentiamo infatti custodi del patrimonio storico e culturale che ci è stato tramandato». La mostra è resa possibile grazie alla collaborazione della famiglia Salvadego Molin Ugoni, che ha avuto cura del prezioso ambiente, dedicato alle «Dame» attraverso iniziative di restauro e valorizzazione.
L’allestimento
Alle parole di Pedroni fanno eco quelle dello scenografo Giacomo Andrico, che ha curato l’allestimento: «Con questa mostra intendiamo ribadire quanto sia importante custodire e proteggere il bello che ci circonda». La scenografia ideata da Andrico, attraverso giochi di luci ed ombre, conduce lo spettatore in un viaggio ricco di suggestioni, quasi iniziatico, che si snoda in un percorso di immagini, fotografie dell’epoca e ricostruzioni in cinque sezioni ospitate negli spazi al piano nobile del castello e culmina, dopo il «dramma» della penultima sala – in cui viene proposta l’ipotesi della deflagrazione che si sarebbe verificata se un ordigno bellico avesse investito gli affreschi – con l’estasi della ricostruzione completa della «Sala delle Dame», uno spazio luminoso ed etereo, sospeso nel tempo e nello spazio, quasi illusorio, una visione che toglie letteralmente il fiato.
L’ingresso alla mostra è compreso nella visita al Castello, con prenotazione obbligatoria.
Info e prenotazioni al numero 030-9408766, alla mail info@castellodipadernello.it e sul sito www.castellodipadernello.it.
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