Alla Galleria dell’incisione in mostra lo sguardo sull’arte di Vallora

Tre anni fa se ne andava improvvisamente Marco Vallora (1953-2022). Torinese, è stato una figura eclettica del panorama culturale italiano, giornalista e intellettuale a tutto tondo, mosso da una spregiudicata voracità di conoscenza, che con la sua indimenticabile scrittura si è occupato anche di critica d’arte. Lo faceva accompagnando lungo percorsi rivelatori dentro la sostanza stessa dell’opera degli artisti che amava e che, solo per questa ragione, conquistavano un posto nella sua vastissima produzione.
Tra questi, anche due autori di epoche lontane, distanti per temi e tecniche, di cui aveva scritto con il consueto stile rabdomantico in occasione delle esposizioni a loro dedicate dalla Galleria dell’Incisione in città, artisti che oggi tornano protagonisti nelle sale di via Bezzecca nella mostra «Dal nulla al sogno. Un ricordo di Marco Vallora».
Schlichter e Saiani
Il primo è Rudolph Schlichter (1890-1955), esponente di punta dell’Avanguardia tedesca tra gli anni Venti e Quaranta, di cui, in occasione della mostra «Schlichter. Uno sguardo chirurgico sul mondo» del 1996, Vallora aveva tratteggiato con illuminante profondità la complessa fisionomia artistica immersa in suggestioni storico-filosofiche, psicanalitiche, letterarie, cinematografiche. L’altro è il pittore contemporaneo Diego Saiani (Nave, 1946), la cui pittura in occasione della personale del 2015 «Diego Saiani. Opere scelte» era stata descritta dall’autore come «spettinata e paziente», in un testo critico ugualmente colorato, denso di citazioni ed aneddoti.
Appassionato
Si tratta di una esposizione a lungo meditata dalle galleriste Chiara e Caterina Fasser per rendere in primo luogo un riconoscente omaggio a un uomo schivo, solitario e posato che sapeva però riversare nella scrittura i tumulti di un pensiero appassionato e indomabile, nutrito grazie a una bulimica collezione di libri, la vera grande ossessione della sua vita, che accumulava e da cui si faceva sempre accompagnare, trascinando pesanti valigie stracolme. Ricordandolo, Francesco Maria Colombo ha scritto: «Dovunque scrivesse o parlasse, quel che diceva (una prospettiva, una struttura alternativa dell’oggetto, una connessione impreveduta, uno stato trascurato del pensiero) non ci lasciava più».
Arte e scrittura
Cuore dell’esposizione, il sottile ma intricato legame tra arte e scrittura di cui sono stati elementi chiave il suo sguardo obliquo e la sua penna immaginifica, creatori di visioni a tratti ironiche ed anticonformiste, sempre brulicanti di simboli, citazioni, evocazioni poetiche, che hanno inciso solchi indelebili. Insieme alla proposta di due rari ritratti fotografici di Marco Vallora, di Fernando Scianna e Alberto Petrò, la rassegna, progettata come una doppia personale, propone nelle prime sale una trentina di disegni su carta di Schlichter, che comprendono una selezione di intensi ritratti della moglie Speedy, dove il tratto implacabile e spesso inquietante del maestro si addolcisce lievemente, in cui Vallora aveva da parte sua identificato una «moglie-idolo irraggiungibile», che «doveva alla meraviglia incarnare le fantasie feticistiche e sadiche del nostro pittore».
Al piano superiore, una ventina di tavole di Saiani, artista originario di Nave che lega il suo nome ad una decennale ricerca in movimento tra astrazione e figurazione di cui il colore, che domina, è sintesi vibrante di un percorso in costante evoluzione che Vallora promuoveva con queste parole: «Ed ogni volta che si scopre un artista che si rinnova e si reinventa, il piacere è coinvolgente e confortante».
La mostra, organizzata con il patrocinio del Goethe-Institut Mailand, è aperta fino all’1 giugno (mar-dom, ore 17- 20).
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.








