Cultura

Sanremo 2022, perché «Brividi» di Blanco e Mahmood cattura così

La canzone del rapper di Calvagese Riviera e del cantautore milanese canta un amore libero che sfata alcuni pregiudizi
Brividi a Sanremo 2022
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Forse è il fatto che non ci si aspettava che la loro performance fosse così intensa, nonostante l’attesa. O forse ha stupito che entrambi fossero così vividi, spigolosi eppure dolci insieme su quel palco - lui con una maglia trasparente di brillanti e lui in giacca, strattonata a un certo punto con quel gesto che fanno gli amanti, intesi come persone che amano, feriti e brucianti.

Ieri sera sul palco dell’Ariston Blanco e Mahmood hanno incantato e conquistato la prima serata del Festival di Sanremo 2022. Lo hanno trasfigurato quel palco, riverberando un brivido di quelli che cantano loro fin sui divani di chi li ha seguiti da casa.

«Brividi», poi, è una canzone che parla d’amore in un modo che a Sanremo riesce ancora a spazzare tanti pregiudizi. Perché è un amore cantato da due uomini, cosa che se nel 2022 possiamo dare per assodata senza strabuzzare gli occhi come avrebbero fatto i nostri nonni, o anche i nostri genitori, al festival della musica italiana può non essere così scontata. A Sanremo forse avremmo visto più facilmente un uomo, in giacca, e una donna, lei forse pure proprio con un vestito di brillanti, cantarsi reciprocamente «dai non scappare da qui, non lasciarmi così, nudo con i brividi. A volte non so esprimermi, e ti vorrei amare, ma sbaglio sempre». Come se cantare d’amore fosse una prerogativa solo di un duetto eterosessuale. E invece no, questa volta ci sono due ragazzi, uno quasi 19enne e l’altro di dieci anni più grande.

Quella del rapper-scoperta di Calvagese Riviera, classe 2003, e del milanese già vincitore del Festival nel 2019, è una ballata che concentra tutti i temi classici dell’amore: la passione - «anche se il sesso non è la via di fuga dal fondo» -, il dolore - «ma scusa se poi mando tutto a puttane, non so dirti ciò che provo, è un mio limite. Per un ti amo ho mischiato droghe e lacrime, questo veleno che ci sputiamo ogni giorno» -, la poesia un po’ sdolcinata - «e ti vorrei rubare un cielo di perle». Ma lo fa mischiando un linguaggio ruvido a parole di velluto, una gestualità e uno scambio di sguardi (importantissimi) incredibilmente densi, che gli acuti di Mahmood e il ritmo incalzante di Blanco esaltano in ogni strofa.

E forse dire che «Brividi» lancia un messaggio a favore di un amore libero, di chiunque, è troppo. Perché forse non vuole essere impegnata, solo esprimersi con la libertà di chi sa vivere l’amore in ogni sua forma. 

E così, sbrigliata e libera, quel brivido l’ha fatto arrivare a tutti.

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