Cultura

Mr. Rain: «Teso il giusto, cullo l'attesa e lo sguardo sul mare»

I pensieri e le parole dei cantanti bresciani impegnati nel settantatreesimo Festival di Sanremo
Mr.Rain: Mattia Balardi, nato a Desenzano e cresciuto a Carpenedolo
Mr.Rain: Mattia Balardi, nato a Desenzano e cresciuto a Carpenedolo
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Un arrivo anticipato, nel venerdì (3 febbraio) della settimana che precede il settantatreesimo Festival di Sanremo. È stata la mia scelta. Sono al debutto, e ho sentito il bisogno di avere qualche giorno in più per prendere confidenza con il posto. Ma facciamo un passo indietro. Per me, essere qui è favoloso per tante ragioni. La principale? Sono anni che cerco di partecipare alla rassegna dell’Ariston, ed esserci riuscito mi rende incredibilmente felice. Come spesso capita, guardando fuori dal finestrino durante un viaggio la mente corre.

E nel mio caso, mentre arrivavo in Riviera, il pensiero ha percorso proprio l’autostrada dei ricordi delle varie tappe della mia carriera. Tutti gli step che mi hanno portato fin qui. Adesso si è realizzato uno dei miei sogni più grandi, ed è di certo uno dei momenti più importanti della mia carriera, fin qui. Sono veramente al settimo cielo. Ma da queste parti le emozioni tendono a moltiplicarsi.

Penso, ad esempio, a quelle che ho sentito durante le prove con l’orchestra. Ascoltare un brano che ho prodotto io suonato in quel modo mi ha messo i brividi. Ma forse non sono le parole giuste, perché descrivere ciò che mi ha attraversato è veramente complicato. Comunque sia, ho percepito a livello sensoriale l’energia del teatro, nel vero senso della parola.

Dicevo: ho deciso di arrivare qui in Riviera un po’ in anticipo con l’intento di ambientarmi. Credo di esserci riuscito, perché nel giro di un paio di giorni ho iniziato a sentirmi a casa in questa cittadina. È un posto molto bello. Nel quale ho modo di sentire scorrere dentro di me la carica che mi servirà per affrontare le serate che mi aspettano, con quella dose di tensione che, però, credo sia pure sana. Ecco, sì. Sono teso? Sono teso il giusto. Il tempo, qui, scorre e scorrerà tra moltissimi impegni, di varia natura. Ho però l’intenzione di proseguire con una bella abitudine che ho preso fin da subito.

Dalla finestra della casa in cui alloggio si vede il mare, grande e luccicante. C’è anche una terrazza. Ed è proprio lì che vado. È la prima cosa che faccio quando mi sveglio. Non voglio nessuno accanto. Sto con me stesso, per alcuni minuti. Osservo le onde. Mi godo il tempo dell’attesa. Capita spesso che, alla vigilia di appuntamenti così importanti, ti chiedano quale sia il desiderio più grande che ti porti dentro. Il mio prende due direzioni. Una riguarda «Supereroi», la canzone che porto in gara. L’altra, invece, è tutta mia. Per il pezzo spero proprio che riesca a entrare nel cuore delle persone tanto quanto è entrato nel mio.

Che riesca a colpire tanto quanto ha colpito me, specie nel momento in cui l’ho sentita suonare dall’orchestra. Venendo infine a me, l’augurio che mi faccio è di godermi il momento. Un momento che, come dicevo, ho inseguito per anni. E che cullo assaporando ogni piccolo istante. Come quando, la mattina, mi metto sul terrazzo di casa a guardare il mare. Come quando, nel viaggiare fino a qui, mi sono perso per un po’ nel ricordo di tutti i passaggi che mi hanno portato dove sono oggi.

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