Cultura

Le Endrigo: «Torniamo live e testiamo i nuovi pezzi»

La band bresciana torna venerdì in Castello per il Parallel Festival, tra l’esperienza a Londra e il lavoro al nuovo disco
Le Endrigo, band bresciana
Le Endrigo, band bresciana
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La serata di venerdì 2 giugno del Parallel Festival, in corso in Castello a Brescia, si legge Orgasmo Party, Le Endrigo, Eyes, Be Quiet e Kaufman: l’appuntamento è dalle 18 alle 24 (biglietti 8 euro più diritti online, oppure 10 euro in serata; area food).

In vista dell’evento, abbiamo rivolto qualche domanda al cantante de Le Endrigo, Gabriele Tura.

Senza spoilerare, che concerto sarà quello del 2 giugno in Castello, per il quale avete usufruito di un testimonial d’eccezione come Cristiano Malgioglio?

Non facciamo un concerto intero come si deve da novembre, perciò sarà una cosa piuttosto «classica», senza particolari stravolgimenti. Sicuramente un paio di pezzi nuovi da testare ci scapperanno. In generale non vediamo l’ora, ci è mancato davvero tanto e, come sempre, quando si riparte dopo tanto tempo si va un pochino in sbattimento, temendo la ruggine. Ma il fisico reggerà. Deve. Come in ogni nuovo tour, ci divertiremo a reinterpretare qualcosa di lontano dal nostro giro. Spoiler: speriamo sia «Bellissima». Oddio, spoiler lievemente tautologico...

Sempre in tema di concerti, com’è andata l’11 maggio a Londra con Lo Stato Sociale?

Londra è stata una bellissima esperienza, molto punk: siamo partiti senza strumenti e abbiamo deciso di rinunciare anche all’albergo per fare nottata come ai vecchi tempi. Tour de force dei pub con Lo Stato Sociale parecchio intenso, perché lì i concerti iniziano presto. Erano tutt* italian* e avevano una gran voglia di cantare, davvero un entusiasmo che non ci aspettavamo. Come non ci aspettavamo la disavventura dello stage diving: mi sono buttato al solito dicendo dal palco di preparare uno shot, ma quando sono arrivato al bancone surfando la barista era molto perplessa. Ottengo lo shot, mi ributto per tornare al palco e una volta arrivato lei è a lato con la macchinetta del Pos: qualsiasi alcolico consumato oltre a quelli che ci avevano dato in camerino sarebbe stato a carico nostro, e in caso contrario a carico dei baristi. Comunque alla fine Vittorio (Massa, il chitarrista, gli altri sono il batterista Ludovico Gandellini e il bassista Matteo Tura, ndr) è svenuto dopo un paio d’ore che eravamo in giro, e l’avventura notturna si è conclusa serenamente a casa di una coppia misericordiosa che era venuta al concerto.

Succederà ancora di riascoltare Le Endrigo in duo voce e pianoforte, tra classici della band e classici della canzone italiana degli anni Sessanta, come in occasione di Sofar Milan?

Sicuramente, ma ogni volta la scaletta cambia, ci piace inserire momenti così, a braccio.

Sette settimane fa avete scritto su Instagram che stavate finendo il disco. L’avete finito? E se sì, com’è venuto?

Sì e no. Avevamo scritto un disco molto raffinato, con un sacco di fiati, pianoforte molto più che chitarre, archi, elettronica. Poi ci siamo detti che mancava un po’ la componente semplice che portiamo live e abbiamo aggiunto qualche pezzo più diretto. Ci ha preso la mano e i brani nuovi sono diventati parecchi, così ora la tentazione è finire in quella direzione e tenere il materiale precedente per un altro momento. 

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