La biblioteca di Gianni Clerici all'Università Cattolica: «Brescia capitale di tennis e cultura»

«Poesie italiane che tutti dovrebbero conoscere: L’infinito di Leopardi, Il cinque maggio di Manzoni, il rovescio di Musetti. Due sono facili da imparare». È un adagio che gira tra gli appassionati dello sport più elegante al mondo, che i contemporanei alfieri azzurri stanno proiettando verso un’età dell’oro che promette di superare quella della Coppa Davis vinta nel 1976.
Brescia, a sua volta, è una capitale del tennis. Un brulicare di circoli, partite, tornei di ogni livello. La nostra città, però, da domani, lunedì, diventerà ancor più capoluogo tennistico (e culturale), nel momento in cui un camion raggiungerà la sede dell’Università Cattolica di via Garzetta, dove scaricherà la bellezza di oltre cento scatoloni - i dettagli sono forniti da Pierangelo Goffi, responsabile della biblioteca di Unicatt - nei quali viaggia un tesoro di grande valore. Libri, faldoni, articoli rilegati, riviste, bozze, romanzi, poesie, negativi di fotografie, Vhs e manifesti appartenuti a Gianni Clerici.
Il personaggio
Noto come «lo scriba del tennis», di questo sport fu in realtà vate, per eleganza di scrittura, senso estetico nell’organizzazione del pensiero, pulizia e fantasia d’espressione, spesso in grado di pareggiare in bellezza i colpi degli atleti di cui scriveva. Nato nel 1930 a Como, è scomparso il 6 giugno dello scorso anno. Fu tennista, giornalista (La Gazzetta dello Sport, Il Mondo, Il Giorno, L’Espresso e Repubblica), scrittore, drammaturgo e poeta.
Si deve l’approdo di questo tesoro nella nostra città a Francesco Rognoni, professore ordinario di Letteratura Inglese, sessantatreenne pavese di casa a Milano. Per estro, preparazione e fantasia, un Roger Federer della cattedra (e, a sua volta, ex tennista). Il «corpus» arricchirà il Centro di documentazione e ricerca «Raccolte Storiche» dell’Unicatt.

«Una delle ragioni per le quali la famiglia di Clerici ha scelto l’Università Cattolica di Brescia - racconta Rognoni - è legata al fatto che siamo in possesso del "Trattato del giuoco della palla”, scritto dall’abate Antonio Scaino e risalente al 1555, il primo documento su uno sport che Clerici stesso ha catalogato minuziosamente in "500 anni di tennis"», testo di riferimento nel suo genere, risalente al 1974.
A penna
«Clerici lavorò con Gianni Brera - ricorda Rognoni - e sta al tennis come Brera sta al calcio. Ma, oltre che giornalista, fu romanziere e poeta tutt’altro che trascurabile. La donazione che arriva in Cattolica è tutta da scoprire. E tra i documenti che la compongono ci sono anche brogliacci di suoi romanzi, con correzioni a mano di Mario Soldati, Giorgio Bassani e Sergio Ferrero. Clerici collezionava qualsiasi cosa avesse a che fare con il tennis - prosegue il docente -. Non solo libri e riviste sull’argomento (ne possedeva di inglesi, come Lawn Tennis, dei primi del Novecento, e di francesi), ma anche, letteralmente, qualsiasi cosa avesse a che fare con racchette e palline. Faccio un esempio. Mi è caduto l’occhio su un numero di Punch, rivista umoristica d’Oltremanica. Tra le pagine, dei fogliettini. Aprendo il volume all’altezza dei pezzetti di carta trovi vignette dedicate al tennis. Insomma, di tutto, dal trattato all’accenno occasionale, fino alla curiosità dello spartito musicale d’inizio ’900 dell’opera "Amour et Tennis"».
Rognoni non esita a definire il fondo in arrivo a Brescia come la biblioteca più completa d’Europa, e forse del mondo, dedicata a questo sport.
La donazione arricchirà il Centro di documentazione e ricerca «Raccolte Storiche» (diretto dal professor Andrea Canova), «che è prezioso, e per certi versi anche austero - commenta il docente - aggiungendo una nota ludica al progetto. Tanto che ci piacerebbe, quando il corpus sarà consultabile e visitabile, utilizzare come simbolo una delle racchette di Clerici».
Il sogno
Si spera che il pubblico possa iniziare a perdersi nei circa mille oggetti nel giro di un anno. «E magari - conclude Rognoni - questo tesoro potrà anche contribuire a ispirare un grande romanzo italiano dedicato al tennis, sulla falsariga del capolavoro "Infinite Jest" dell’americano David Foster Wallace».
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