Cultura

Il complesso di San Giuseppe, gioiello sconosciuto di Brescia

La chiesa di via Gasparo da Salò meta di turisti e bresciani in occasione della ricorrenza del santo
In tanti hanno approfittato delle spiegazioni delle guide - © www.giornaledibrescia.it
In tanti hanno approfittato delle spiegazioni delle guide - © www.giornaledibrescia.it
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Il complesso di San Giuseppe, in via Gasparo da Salò, nel cuore del centro storico, è uno dei gioielli sconosciuti della città. Nonostante sia incastonato nel cuore antico di Brescia è per lo più ignoto al grande pubblico. Per trovarlo basta seguire le scalette che, proseguendo verso piazza Loggia, scendono sulla destra poco dopo l’osteria «Al Bianchi».

Pochi gradini e ci si ritroverà davanti un vero e proprio concentrato di magia per gli occhi. La facciata della chiesa dedicata al santo, non visibile da via Gasparo, si staglia davanti allo spettatore in tutta la sua bellezza. Una bellezza pronta a trasformarsi in magnificenza quando si aprono le porte e si accede alla chiesa che offre una pianta a tre ampie navate, dieci cappelle per lato e altari dedicati alle arti e ai mestieri. Si tratta di un vero e proprio tesoro nascosto che ieri si è disvelato alla città e ai suoi abitanti ieri in occasione della festa di San Giuseppe artigiano.

Alla scoperta

Sono stati davvero in molti a cogliere questa occasione: il vicoletto, solitamente poco frequentato, è stato preso d’assalto da bresciani e turisti ieri in città. Accanto alla chiesa uno dei chiostri ospitava una rievocazione degli antichi mestieri a cura della Confraternita del Leone. Dalla sarta al fornaio, dall’incisore al decoratore, per un salto indietro nel tempo, che ormai possiamo vivere solo leggendo libri o vedendo solo in film e serie tv e che per la sua particolarità ha saputo attirare gente da ogni dove.

Antichi mestieri: lavorazioni di un tempo nel chiostro - © www.giornaledibrescia.it
Antichi mestieri: lavorazioni di un tempo nel chiostro - © www.giornaledibrescia.it

Tanti anche i bambini intenti a porgere domande, ad ascoltare naso all’aria la spiegazione dell’uomo o della donna che viene dal passato. I più piccoli hanno apprezzato anche i laboratori a tema studiati per loro, mentre i più grandi hanno optato per le visite guidate alla chiesa e alle bellezze circostanti che si sono susseguite nell’arco della giornata e che hanno permesso ai partecipanti di scoprire dettagli sconosciuti. Si è scoperto, almeno per chi non lo sapeva, che l’area antistante il complesso nel Medioevo fosse una zona commerciale nota come «Piazzetta degli uccelli e delle rape».

In epoca romana, invece, era fuori dalle mura, che arrivavano fino a Porta Bruciata. «La prossima volta che camminerete lungo via Gasparo da Salò ricordatevi poi che ogni arco visibile sulla parete esterna dell’edificio corrisponde ad una delle dieci cappelle della chiesa»  ha rivelato una delle guide. 

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