Cultura

Berengo Gardin offre a Brescia il suo distillato di «Cose mai viste»

In mostra al Macof dal 25 febbraio 112 fotografie inedite, selezionate dal maestro tra centinaia di migliaia di negativi
Inedita / 2. Un’altra foto che (fortunamente) vedrà ora la luce
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Per la prima d’una serie di mostre fotografiche che per Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura e Brescia Photo Festival si terrà nel 2023 al Macof (nel recentemente restaurato palazzo del Mo.Ca. in via Moretto 78), mai nome fu più autorevolmente prestigioso di quello di Gianni Berengo Gardin, decano dell’arte dell’obiettivo.

Sarà la sua «Cose mai viste – Fotografie inedite» ad aprire, dal 25 febbraio al 21 maggio, gli appuntamenti espositivi della rassegna «Ospiti eccezionali», facendo anche da prologo al Brescia Photo Festival previsto dal 25 marzo al 28 giugno.

Il primo appuntamento dell’intensa duplice stagione fotografica sarà dunque con l’opera del Maestro ligure di nascita, ma veneziano di formazione fotografica; e all’insegna degli inediti: non recenti opere nuove bensì scatti mai pubblicati né esposti al pubblico. Verranno esposte 112 stampe da negativi in pellicola che Gianni Berengo Gardin - mirabile esponente, nonché strenuo sostenitore, della «vera fotografia», sì, insomma, quella che non ricorre a diavolerie digitali di post produzione ed elaborazione oggi tanto in voga – ha ripescato e selezionato, su stimolo di Renato Corsini curatore della mostra, nel suo sconfinato archivio formatosi dal 1954 (anno del debutto con la fotocamera come socio del foto-circolo veneziano La Gondola) a oggi. 

Ligure di nascita, veneziano di formazione. Gianni Berengo Gardin - Foto © Renato Corsini
Ligure di nascita, veneziano di formazione. Gianni Berengo Gardin - Foto © Renato Corsini

Una prima assoluta

«Sarà una prima assoluta, un evento. È un privilegio per noi e per la città tenere a battesimo un così ricco e importante portfolio storico d’un grande fotografo che è anche presidente del Comitato scientifico del Macof-Centro della fotografia italiana» sottolinea Corsini, direttore artistico del Macof e dell’annuale Brescia Photo Festival: «Non a caso, dopo Brescia circolerà in varie città italiane ed estere». Per l’inaugurazione sarà pronto il libro-catalogo con in copertina l’inedito scatto d’un gioco d’ombre su un muro dove, oltre a tre soggetti, appare la sagoma dell’autore. Il volume è prodotto da Contrasto, nota casa editrice specializzata in foto-libri, che l’estate scorsa ha celebrato col volumetto «Magnum Photos 75» i 75 anni della mitica agenzia fotografica fondata nel 1947 da Robert Capa e altri.

Le immagini inedite

Le 112 immagini esposte in «Cose mai viste» sono state stampate per l’occasione in tradizionale camera oscura e su carta baritata ai sali d’argento; tutte in biancoenero, stilema di Gianni Berengo Gardin. I soggetti, le situazioni, i temi che propongono sono invece i più vari (da momenti di vita quotidiana a scene cariche di simbolismi e metafore), ma uniti dalla cifra autoriale berengogardinesca forte di pulizia d’immagine, sapienza d’inquadratura e composizione e intensità d’atmosfera. Caratteristiche che han reso inconfondibili le opere dell’oggi 92enne ex «ragazzo con la Leica» che nel maggio scorso al Maxi di Roma ha ricevuto l’omaggio della retrospettiva «L’occhio come mestiere», accompagnata – ci disse compiaciuto al telefono - «dal mio duecentosessantunesimo tra libri e cataloghi pubblicati».

L'arte e l'archivio di un maestro

La mostra bresciana sarà una meditata sintesi della selezione che Gianni Berengo Gardin ha fatto per l’occasione scartabellando fra le centinaia di migliaia di negativi del suo archivio: «Ridare vita e rileggere gli archivi – commenta Corsini – è un valore fondamentale per la fotografia di qualità. Lo evidenzio nel testo introduttivo alla mostra: solo quella che si consolida, forte della capacità di storicizzarsi, e mantiene e spesso accresce nel tempo il suo valore testimoniale e artistico, è fotografia con la effe maiuscola. Non come quella fugace che svapora cui ci ha abituati la massa d’immagini che circola, anche nel web, ai nostri giorni».

«Cose mai viste», dunque, sarà sia uno sguardo all’arte d’un maestro sia una riflessione sull’importanza degli archivi d’autore: autore e patrimonio da ammirare.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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