Cultura

Ale & Franz: «L’amore dal punto di vista di cinquantenni»

«Comincium» già sold out a Lumezzane e Breno, ma il duo tornerà in gennaio a Brescia
Ale & Franz: Alessandro Besentini (a destra) e Francesco Villa - Foto Anna Antonelli
Ale & Franz: Alessandro Besentini (a destra) e Francesco Villa - Foto Anna Antonelli
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La cattiva notizia è che i biglietti sono esauriti sia per la data di domani a Lumezzane (all’Odeon alle 20.45) sia per quella di dopodomani a Breno (al Teatro Giardino alle 20.30). Il duo, tuttavia, tornerà a Brescia il 17 e 18 gennaio prossimi, al Teatro Santa Giulia del Villaggio Prealpino (informazioni su www.teatrosantagiulia.org).

Parliamo di Ale & Franz, storici comici lanciati da Zelig, che tornano a teatro con «Comincium», che ha segnato il ritorno in scena di Alessandro Besentini e Francesco Villa. La scrittura è firmata con Antonio De Santis e Alberto Ferrari (il regista) e, dopo oltre novanta repliche, la pièce verrà presentata nella nuova veste di commedia. A parlarci di «Comincium - La commedia» è Besentini, aka l’«Ale», che tira qualche somma riguardo alla carriera artistica del duo e anticipa qualcosa di ciò si vedrà in scena.

«Comincium» è lo spettacolo che vi ha riportato sul palco. Ce ne parla?

L’anno scorso siamo partiti con un po’ di date, una settantina, e quindi questa stagione rappresenta una seconda parte di tournée. Stiamo portando a spasso tre spettacoli contemporaneamente: uno sul Natale, che sarà in scena a Milano; «Comincium»; e poi «Comincium - La commedia», una commedia appunto, scritta a quattro mani, che è proprio nel nostro stile, ha la nostra comicità. Ma ci saranno anche colpi di scena (a partire dal fatto che con noi sul palco avremo anche due presenze femminili, Rosanna Carretto e Raffaella Spina).

Qual è il tema centrale di «Comincium»?

Il cuore dello spettacolo è l’amore visto dal punto di vista di due cinquantenni.

Cosa significa fare parte di un duo così longevo?

Ci siamo trovati bene fin da subito e continuiamo ad andare avanti. Se riusciamo a farlo è perché ci sono affinità e obiettivi comuni. Abbiamo da dire delle cose e lo facciamo insieme. Finché ci sono queste premesse, continueremo.

In che modo è cambiata la vostra comicità negli anni?

Si è modificata perché siamo cresciuti come persone. Il lavoro si evolve con l’età, sia perché c’è un tempo per ogni cosa sia perché cambiano i gusti, la scrittura, la maturazione. Si invecchia, ma cambia anche la società.

E anche il pubblico, dunque, è cambiato o resta uno zoccolo duro?

Il ricambio c’è: vengono i nipoti delle persone che ci seguivano all’inizio! Noi eravamo ventenni, loro quarantenni, hanno avuto figli e ora sono nonni. A volte abbiamo davanti tre generazioni.

E come si arriva a tutte?

Noi parliamo a tutti allo stesso modo: proponiamo quello che ci piace, ciò che ci fa ridere. Partiamo dal nostro gusto personale, che è quello che fanno i comici seri, e non da quello che vuole la gente. L’arte è anche imposizione: impongo ciò che mi piace. Se ridi tu stesso, speri che ci sia condivisione. Quando poi funziona, è la cosa più bella del mondo.

Ora quindi vi concentrerete sulle tournée in corso o state lavorando a qualcosa di nuovo?

Per ora non abbiamo in mente novità: la tournée sarà molto lunga, vedremo cosa succederà a livello di opportunità, ma anche di creatività.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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