Achille Lauro a Campo Marte via Sanremo: «Continua ricerca»

«Ho osato, rischiato, ignorato ogni regola e ogni schema con le mie performance. Ho trascorso cinque mesi su un’isola con tutti i miei musicisti per pensare solo alla musica», dice Achille Lauro nel presentare «Lauro - Achille Idol Superstar», la nuova edizione dell’album «Lauro», in uscita l’11 febbraio, con sette bonus track: tra queste «Domenica», in gara al Festival di Sanremo.
Un brano nel suo inimitabile stile, con un testo ricco di immagini ironiche. All’Ariston sarà accompagnato dall’Harlem Gospel Choir. L’artista si racconta e parla anche dei tanti progetti, che includono la collaborazione con Amazon Prime Video e un tour che farà tappa l’8 luglio all’Arena Campo Marte, con l’Electric Orchestra, per il «Brescia Summer Music 2022» (prevendita nei circuiti TicketOne e Vivaticket, info: Cipiesse 0302791881, www.cipiesse-bs.it).
«Per me la musica si ascolta, si tocca, si guarda - sottolinea - ed è un mondo che spazia ovunque, che ti dà la motivazione per andare avanti e non ristagnare nella comfort zone».
Come nasce questo nuovo capitolo?
Va a completare l’album «Lauro», uscito in aprile, con brani che erano rimasti a metà e che erano stati pensati per questo disco. È un periodo molto creativo, nel quale sto lavorando a progetti innovativi. Volevo prendermi un po’ di tempo per me e ho viaggiato, visto posti nuovi, culture diverse perché sono curioso. Poi, sono stato per cinque mesi su un’isola deserta con il mio gruppo, ho lavorato tanto e abbiamo prodotto buona musica.
Tornando al Festival: «Domenica» che sound ha?
Estremamente popolare, non nel senso di pop, ma che ripesca sonorità che si sono perse. Per me Rino Gaetano è popolare. Il titolo mi sembrava perfetto perché la domenica è il giorno in cui si è più liberi, si sceglie, ci si diverte, si fa l’amore. Quindi, andiamo al Festival per portare qualcosa di diverso, che gli altri non fanno. Un live, un’esposizione per la nostra musica.
A due anni da «Gli uomini non cambiano», di Mia Martini, nella serata delle cover proporrà «Sei bellissima» di Loredana Bertè, con lei sul palco: in cosa si sente affine a loro?
Sono artiste che hanno messo al centro della loro musica le emozioni e mi sento molto vicino a tutto questo. Con questi due brani si è fatto portavoce delle sofferenze amorose? «Sei bellissima» è incredibile perché ha un ritornello tra i più conosciuti, le strofe sono struggenti, quasi teatrali e raccontano l’amore sofferto, la dipendenza amorosa. La trovo profonda e con un concetto attuale.
Con questo brano si chiude il cerchio a Sanremo?
Non del tutto, voglio lasciarmi un piccolo spazio. Sicuramente chiude un percorso.
Giocando con il titolo di questo nuovo capitolo: si sente una superstar?
No, non mi sento tale. È quello che con il mio gruppo mettiamo in scena e come lo rappresentiamo. Per me è il miglior modo per capire il nostro mondo, fatto di trucco, di scenografie, di ballerini, generi musicali e tanto lavoro. Faccio parte di una generazione che ha bisogno di qualcosa di più, di una continua ricerca: come i miei live, che diventeranno anche dei musical.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
