Cucina

"Vado a vivere con le capre"

Scelte estreme di vita e di sapori tra i mondi della Valle Sabbia.
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PERTICA BASSA - Frutti di bosco, formaggi di capra che sanno di pascolo, formaggi nostrani stagionati da far invidia a molti Bagoss. Magari a costo di scelte di vita estreme del tipo: vendo tutto e vado a vivere in montagna con le mie capre. Qualcosa si muove, difficile da scoprire e da decifrare, anche in uno degli angoli più intatti della provincia bresciana. La Comunità montana propone le Pertiche come il luogo "dove il tempo si è fermato" e in effetti l'impressione è proprio questa, infilando la strada che da Vestone sale alle Pertiche, il grumo di frazioni sempre più piccole che costituiscono i comuni di Pertica Alta e Pertica Bassa. Anzi, se è un po' che non ci vai, hai anche l'impressione che il bosco avanzi, si voglia riprendere il territorio ed il pascolo che nei secoli ed inenarrabile fatica, gli uomini gli hanno strappato.

I flussi turistici passano da un'altra parte se non le incursioni di veri buongustai di ambienti intatti ed estremamente silenziosi. Non ti verrebbe in mente neppure di affacciarti alla ricerca di prelibatezze gastronomiche (ma nei pochi locali si mangia cibo "vero") invece le sorprese non mancano.

Per vie piuttosto tortuose e fortunate ci è accaduto di partecipare ad una riunione a Pertica Bassa, in mezzo ai monti dietro Forno d'Ono sulla strada per l'Acquabianca ad una riunione di gente di Forno, Ono Degno e Avendone che ha voglia di invertire la logica secondo la quale alla Pertiche si vive di notte (o in età avanzata) per prendere la strada di Vestone ogni mattina. Attorno ad un tavolo abbiamo assaggiato leccornie e ascoltato storie. La più clamorosa è quella dei padroni da casa dell'allevamento di capre Cornablacca, 37 capre bionde dell'Adamello curate quasi con affetto e chiamate per nome. Lui è Claudio Ghidini ed ha ancora un'impresa edile in Franciacorta cui dedica, assicura, non più di tre giorni la settimana. La sua compagna è Mariagrazia Arrighini che aveva un negozio di ottica in città. Ha ceduto l'attività ed è andata lassù dedicando una giornata piuttosto lunga (per fortuna le capre in inverno vanno in asciutta) a mungere (a mano) fare formaggi, vendere la piccola produzione di formaggelle (in prevalenza freschissime). Dice Claudio che ha scoperto il posto durante una gita in moto. Oggi la vecchia stalla è diventata una abitazione ristrutturata con cura, ma l'isolamento (che i due non soffrono affatto) è da brividi. L'allevamento è iniziato tre anni fa, l'idea è che possa diventare, oltre che una scelta di vita, un business per viverci.

Una scelta radicale che è stata fatta anche da Gianfranco Flocchini e dalla moglie Anna. Loro non sono cittadini di città, loro sono di Avendone e la scommessa la fanno sulla loro terra. Si sono inventati una coltivazione di frutti di bosco su un terreno di 6 mila metri di montagna autentica. Se ne occupano solo loro due sperando che (ma è inesorabile) i lamponi non maturino tutti d'un colpo sennò 12 ore di lavoro non bastano. Hanno preso, con testarda coerenza, la strada del biologico. La distanza dalla città e dal Garda impedisce di vendere in modo remunerativo il prodotto fresco. Così fanno marmellate bio assolutamente deliziose. Si chiamano Biodase, dove Dase è l'antico toponimo del monte dietro Avendone. Sono arrivate nelle gastronomie e la famiglia già ci campa.

Il segno che cambiare si può ce lo ha dato il più scontroso dei nostri interlocutori. Francesco Dusi è di Forno, è un valsabbino vero e concreto. Lui fa l'operaio mentre il fratello Nicola sta dietro ad una quarantina di capi che passano l'estate in malga poco sotto la Corna Blacca. I due fratelli producono un formaggio "nostrano delle pertiche" che regge stagionature lunghissime con un ventaglio di profumi notevolissimo. Si vende tutto, ma meriterebbe di essere valorizzato. Trovate la fattoria subito prima dell'abitato di Forno. A far formaggio qui sono rimasti in pochi, qualche allevamento di vecchio stampo è "a perdere" con l'invecchiare del malghese. Altri hanno un futuro. Anche Stelio Dusi di Ono Degno alleva 40 vacche e ce ne parlano un gran bene.

Non sarà il futuro che avanza, ma è un gran bel personaggio l'Egidio Flocchini, classe 1936, che il formaggio lo fa all'antica (anzi lo fa fare alla moglie). Ha il sapore di una volta. È a Spezzio di Avendone e tiene vive cinque cascine dove va a fare fieno tutta l'estate con l'aiuto dei 4 figli che però non si fidano e tengono il lavoro in fabbrica.

Buttare tutto in una storia di cose da mangiare rischia di non farci capire. E, infatti, della banda fa parte l'Abele Flocchini, lo scultore del paese che ha rimesso in corsa l'antica tradizione dei boscaì. Ha bottega ad Avendone, ma tiene corsi di scultura in legno a Ono Degno. Opere ricche di anima, soprattutto il segno che le Pertiche non sono solo il luogo della nostalgia.

Gianmichele Portieri

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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