La storia del torrone, immancabile simbolo sulla tavola di Natale

È tra i simboli culinari indiscussi del Natale, e anche se non propriamente una ricetta nostrana ma decisamente internazionale, è immancabilmente presente sulle tavole imbandite a festa dei nostri nonni, zii e genitori.
Perché, diciamocelo: il torrone è quel dolce un po’ d’antan che nessuno comprerebbe più, eppure alla fine tutti ne assaggiano almeno un pezzettino. Fa tradizione, sa di ricordi. E ha una storia incredibilmente antica.
La storia
Alcuni sostengono sia di origini romane, altri arabe. Di certo c’è che nel 1441 a Cremona fu celebrato il matrimonio tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti e, per l’occasione, i pasticceri di corte realizzarono il famoso dolce a forma di Torrazzo, ossia la torre campanaria più alta della città. Da qui il parallelepipedo che si è mantenuto nei secoli seguenti fino ai giorni nostri.
Gli ingredienti
Ma il vero motivo del successo di questo dolce nell’antichità potrebbe essere dovuto alla facilità di conservazione e alla semplicità degli ingredienti: frutta secca (che può durare un anno intero), zucchero, miele e albume (reperibili tutto l’anno), quindi un genere alimentare facile da conservare anche per lungo tempo.

Probabilmente, proprio perché mandorle, noci e nocciole venivano raccolte ed essiccate alla fine dell’estate, il torrone era preparato durante la stagione invernale, e quindi anche nel suo periodo più importante, quello natalizio.
Come per ogni ricetta se ne sono sviluppate decine di varianti: morbido o duro, ricoperto e anche, con un occhio alla salute, senza zucchero.
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