Moderno e pieno di luce, biologico e al femminile: ecco il nuovo «Savoia» di Carpenedolo

Dopo aver attraversato generazioni, un’«istituzione» torna da protagonista a Carpenedolo: a pochi metri dal busto di re Umberto I (in visita nel 1878), riecco il «Savoia». Sabato scorso, 1° giugno, il celebre bar-ristorante - aperto negli anni Sessanta e, per il suo grande salone, scelto da molti per pranzi, cene e cerimonie importanti - ha rialzato la serranda dopo la chiusura nel 2012. Con una sostanziale differenza: rimane sì lo stesso locale (in via IV Novembre, al piano terra dell’immobile completamente riqualificato di recente dal proprietario Vincenzo Lucchini)… ma decisamente trasformato.
La trasformazione
Insomma: dei muri color verdino e delle perline di legno a far da sfondo a una cucina internazionale rivisitata e con porzioni abbondanti restano solo i ricordi. Adesso, grazie al progetto dell’architetto Saverio Trabocchia, le ampie vetrate permettono alla luce naturale d’irradiarsi all’interno tra tavoli e tavolini, creando un’atmosfera quasi da villeggiatura. C’è poi la piacevole possibilità di soffermarsi nel dehors.
E, non bastasse, alle spalle c’è anche una bella «storia nella storia». Il locale versione 2024 viene infatti gestito da Francesca Scutteri, che riabbraccia la cittadina dei carpini dopo una lunga assenza.
«Sono nata qui – precisa -, ma a 18 anni me ne sono andata per maturare esperienze nella ristorazione: spalleggiata da un noto marchio della caffetteria che mi segue ancora, ho lavorato a Brescia, al Franciacorta Village, al Fidenza Village, a Parma, Piacenza, Verona e Bussolengo». Poi, 12 mesi fa, la decisione di rientrare a casa: «A quarant’anni cercavo un’opportunità in zona e sono felice per aver realizzato questo sogno – afferma -: vedere i miei figli orgogliosi di avere una mamma-imprenditrice mi emoziona». Muovendosi da veterana dietro il bancone (con molti avventori ingolositi dalla pasticceria e dall’espresso offerto nella giornata inaugurale), la titolare spiega dunque il suo progetto: «È un bistrot moderno, plastic free e con prodotti biologici, sempre freschi grazie alla collaborazione con i commercianti locali – illustra Francesca -. Tengo inoltre particolarmente allo staff tutto al femminile, con giovani diplomate alla scuola alberghiera». Non resta che augurare lunga vita al nuovo «Savoia».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@I bresciani siamo noi
Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.
