Il Dolcetto dei «sorì» di Diano d'Alba

Il gran momento arriverà tra meno d'un mese, domenica 17 ottobre, con la manifestazione che celebra i Sorì di Diano d'Alba. È una passeggiata golosa tra i vigneti della parte più dolce delle colline delle Langhe (non ci sono le pendenze da vertigini di La Morra) che è arrivata alla dodicesima edizione. Ma il sapore è tutto speciale. Da questa vendemmia anche il Dolcetto di Diano d'Alba è a denominazione di origine controllata e garantita (Docg). Entra nella cerchia dei grandi del vino e lo fa (con un pizzico di meritata fortuna) in un momento in cui la tipologia Dolcetto gode di un momento di mercato molto felice.
La nuova Docg
La Docg di Diano comprende sia la tipologia ad affinamento breve che la tipologia superiore ed è la prima che affascina di più il consumatore di oggi, anche se quasi tutti i produttori interpretano anche il superiore nelle note della frutta matura, dell'amandorlato, della piacevolezza immediata. Altri produttori, come si dice da questa parti, «baroleggiano», cioè fanno prevalere la struttura, la profondità e i profumi terziari. Ma la fortuna di questa minuscola Docg (un milione di bottiglie) è in un'altra direzione. Alla serie A del vino sono già approdati i dolcetti di Dogliani e di Ovada, ma solo nella tipologia superiore e del resto in quegli anni il Barolo era splendido ed anche il Barbaresco «baroleggiava» seguendo le sirene del mercato.
Si potrebbe dare eco alle male lingue dicendo che il Dolcetto soffre meno del Barolo perché pesa meno sulle tasche di chi ama i vini langaroli. Ma il segreto è che non è cresciuto a valanga. Nel caso del Dolcetto di Diano poi c'è un legame alla terra tutto speciale, di certo anticipatore, che oggi viene buono.
Si tratta della storia dei Sorì o Söri alla piemontese. Qui un sindaco lungimirante nel 1986, quando non c'erano ancora le Deco, ha fissato con ordinanza i confini dei terreni più vocati e meglio esposti (i Sorì, solatii, appunto). Sono 76 in mano a 46 produttori e sono tutti nel Comune di Diano dove esposizione e terreno hanno diverse e ben identificate personalità. Naturalmente quella ordinanza sindacale non aveva alcun valore legale. Con la Docg tutto diventa ufficiale e l'indicazione del Sorì (i francesi direbbero cru) è formalmente consentita. Il disciplinare nuovo ha anche stretto i lacci delle rese per ettaro a 72 quintali per i vigneti Sorì. La qualità, grazie alla passione per i Sorì, c'è già in larga parte. Per i produttori ora si tratta di decidere se cedere alla tentazione di sfruttare a pieno le potenzialità della zona (300 ha) passando da uno a due milioni di bottiglie.
Il sindaco tifoso
A spingere c'è anche un sindaco, Giuseppe Ciravegna, dentista e tifoso del Dolcetto di Diano: «Vedo con quanta cura vengono tenuti i vigneti e l'amore con cui i produttori fanno il loro lavoro. È giusto che abbiano un profitto adeguato e mi auguro che la Docg serva per convogliare nuove risorse su queste aziende». La Cantina comunale «Sorì di Diano» riunisce dal 1999 quarantadue produttori del territorio comunale, soprattutto i più piccoli.
Convivialità e buona tavola
«Il riconoscimento della Docg - spiega il presidente della Cantina, Alessandro Prandi - premia gli sforzi compiuti in tutti questi anni sia da noi produttori sia dall'Amministrazione comunale per dare lustro ad un Dolcetto riconosciuto tra i migliori del Piemonte».
Di Sorì in Sorì è una giornata all'insegna della convivialità e del mangiare e bere bene. Si passa lungo un percorso prestabilito che tocca alcune delle migliori cantine del paese. È inoltre un'ottima possibilità per vedere, cammin facendo, i Söri appunto, cioè le sottozone migliori del territorio comunale coltivate a Dolcetto. Si potrà godere, in cima alla rocca del belvedere, un panorama a 360° e spaziare con lo sguardo su tutta la Langa di Alba.
D'obbligo una sosta alla Cantina comunale, dove per la circostanza i vini dei produttori associati sono in vendita a prezzi speciali. Molto interessante e «veritiera» anche la visita al «Museo della vite, del vino e della civiltà contadina», una serie di testimonianze raccolte dai fratelli Beppe e Marco Veglio, titolari dell'azienda «Cascina Rossa», nella frazione Valle Talloria (tel. 0173-231918). Per iscriversi a Di Sorì in Sorì si può rivolgersi alla la Cantina Comunale di Diano (0173 468022), ma c'è anche il sito soridiano.it con l'elenco dei produttori e le necessarie informazioni.
Gianmichele Portieri
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato