Cucina

I vini del cuore come piacciono a Slow Food

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Nella gran bagarre dei voti al vino, anche Slow Food inserisce la sua voce e lo fa con il tentativo (solo in parte riuscito) di inserire qualche nome nuovo. Sono state infatti anticipate le «sentenze» riportate nella nuova guida Slow Wine che sarà presentata a fine mese a Milano Rho. La guida di Slow Food è nata lo scorso anno dopo il divorzio da Gambero Rosso e si vale della folta schiera di iscritti all'organizzazione fondata da Carlin Petrini. Per la Lombardia le selezioni sono coordinate da Paolo Camozzi.
La caratteristica della guida sono i criteri di selezione diversi dagli altri che rendono però piuttosto complicato orientarsi. Ci proviamo.
La chiocciola è il simbolo del cuore per i soci di Slow Food. Slow Wine la assegna alle cantine più attente all'ambiente e alla qualità. Sono le cantine del cuore. Per la nostra provincia il premio va a Togni Rebaioli di Erbanno e a Il Pendio di Monticelli Brusati. Scelte sicuramente azzeccate.
Dal capitolo più bello della guida al meno convincente. I grandi vini di Slow Wine sono esattamente quelli del Gambero e cioè i due Ca' del Bosco al top, Grand Cuveé di Bellavista in due versioni, l'Extra Brut 2005 di Ferghettina e Villa Alessandro Bianchi.
Ma i vini che piacciono a Slow Food, fatta un riverenza ai grandissimi, sono altri e sono definiti come quelli che porteremmo in dono se fossimo invitati a cena.
Dei bresciani porteremmo il Botticino Pià de la Tesa di Noventa, il Curtefranca bianco Etichetta Nera de Il Pendio, il Franciacorta Recemment Degorgé di Cavalleri o l'Opol di Togni Rebaioli.
Se invece ceniamo a casa nostra la scelta va sui vini quotidiani (un vecchio cavallo di battaglia di Slow Food), ottimi ma non cari. I nostri sono il Groppello di Cantrina e il Lugana di Marangona, entrambe ovviamente 2010.
L'altro dilemma è bere assai bene spendendo il giusto, cioè un prezzo concorrenziale anche se non basso. A questi vini la guida assegna la moneta e le sorprese non mancano. I vini da comperare allora sono quelli di Marangona in Lugana e di Castel Faglia, Ronco Calino e Tenuta Monte Delma in Franciacorta.
Infine la guida assegna la bottiglia che è una sorta di premio alla carriera dato a cantine che non deludono da 30 anni. Le nostre sono ovviamente le più note e cioè Bellavista, Ca' del Bosco, Cavalleri, Ferghettina e Villa, tutte in Franciacorta.
La prevalenza della Franciacorta anche in questa guida non deve però ingannare. I curatori sono molto attenti alle zone meno note e tengono d'occhio Botticino e Capriano.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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